“Abbiamo lavorato per un percorso unitario senza sosta: volevamo che il partito trovasse le ragioni dello stare insieme e si tuffasse il prima possibile nella sfida dell’opposizione. Per questo motivo ho sostenuto la scelta di celebrare il congresso anticipatamente rispetto a quello nazionale”.

A parlare, anzi a scrivere sul blog dei Partigiani Dem è Antonio Rubino candidato vice segretario alle Primarie Pd Sicilia con Davide Faraone e già segretario organizzativo del partito in Sicilia. La sua scelta di correre a fianco del renziano Faraone ha sorpreso tutti e oggi Rubino non solo torna a spiegarne i motivi ma attacca chi sostiene il candidato Teresa Piccione

“Così abbiamo lavorato sodo senza riuscire a portare alla ragionevolezza chi pensa che il congresso serva a decidere che il Pd gli appartiene: in nome di una presunta vittoria di Nicola Zingaretti (persona seria e che stimo ma che non sosterrò) bisognava rovesciare il tavolo restituendo il bastone di comando a chi pensa di giocare la rivincita riportando in scena i soliti protagonisti, come se il resto – noi compresi – fosse frutto di un incidente”.

“Non è un fatto di colore o una coincidenza che fra i sostenitori di Nicola Zingaretti e della sua candidata in Sicilia la maggioranza abbia sostenuto Renzi – scrive  ancora per essere più precisi hanno sostenuto Renzi quando era forte e potente, così come avevano prima sostenuto Bersani e prima ancora Veltroni, anche quando fu presa la decisione di eleggere Francantonio Genovese segretario in Sicilia”.

“Quando Davide Faraone mi ha chiesto di accompagnarlo – spiega – ho subito capito il senso della proposta: proviamo ad unire una generazione politica. Davide è stato un uomo di Governo ed io di Partito, lui è moderato ed io di sinistra, anche se abbiamo entrambi militato nei Ds. Lui ha 43 anni ed anche io. Mi ha colpito il coraggio con il quale ha scelto di costruire questo percorso, che per ciascuno di noi era tutto tranne che scontato, perché non abbiamo mai espresso i dissensi a mezza bocca aspettando il momento giusto per qualche ripicca, ma abbiamo sempre parlato a voce alta. Io non sono “signore delle preferenze”, non sposto masse né tantomeno pacchetti di tessere. Non ho circoli nelle mia segreteria perché non ho nemmeno la segreteria. Rappresento, con altre persone, un pezzo di classe dirigente che ha deciso di ribellarsi al sistema che si riorganizza cambiando abito come per una cena di gala”.

“In questo congresso non si misureranno solo due modelli di Partito e due idee di Sicilia ma si misureranno anche due concezioni di “Sinistra”: quella di chi è stato protagonista di tutte le stagioni, riducendola ad una ridotta reducistica e feudale e quella di chi, come noi, pensa che la sinistra vada ripensata nella forma e nella sostanza. Di chi pensa che ne vada riscritto il vocabolario adattandolo alle nuove sfide che la società siciliana ci consegna”.

“Abbiamo scelto di essere ancora una volta noi stessi e cioè l’imprevisto che cambia il gioco. L’errore che scardina il ‘sistema’. Chiunque vorrà dare una mano a “cambiare il partito ma non a cambiare partito” sarà nostro compagno di strada. Con una precisazione: nessuno faccia il “moralista della coerenza” perché, citando Popper, nessuno, ma proprio nessuno, ne possiede la patente. Buon congresso a tutti!”