Arriva il primo Sì alla riforma costituzionale dello Statuto regionale siciliano che introduce, contestualmente, l’incompatibilità fra la carica di assessore e quella di deputato regionale e la figura del deputato supplente.

Cosa cambia con questa norma

In pratica la legge stabilisce che se un deputato viene nominato assessore, gli subentra il primo dei non eletti nella medesima lista. Ma il suo sarà un incarico di supplenza. Se l’assessore dovesse smettere di ricoprire l’incarico di governo, tornerebbe a fare il deputato e il supplente dovrebbe lasciargli nuovamente il posto.

Il primo di quattro sì necessari

La riforma era stata proposta dal Senato e prima di andare in votazione era stato necessario il sì dell’Assemblea regionale siciliana Adesso il Senato della Repubblica ha approvato la riforma con 77 voti favorevoli e 63 contrari. In pratica il voto ha rispecchiato perfettamente la mappa di maggioranza e opposizione presenti in aula.

L’approvazione di oggi, però, pur se è un passaggio importante, non è certo definitiva. Adesso la norma si sposta per il voto alla Camera dei deputati ma trattandosi di legge costituzionale non basterà neanche la seconda approvazione.

Tre mesi prima della seconda lettura

Dopo il voto alla Camera il Disegno di legge resterà tre mesi giacenti prima di essere posto nuovamente in votazione nel medesimo ordine. Il senato dovrà votare di nuovo altrettanto dovrà fare la Camera. Dopo il secondo voto bisognerà attendere i termini di legge per la pubblicazione in Gazzetta ma anche allora la norma non entrerà in vigore.

Serve anche una legge regionale

Dovrà essere la Regione siciliana a fare una legge attuativa che regolamenti le due figure di assessore e deputato supplente. I tempi, quindi, sono abbastanza lunghi. Altamente improbabile anche se non impossibile che la norma entri in vigore durante questa legislatura regionale

La relatrice Daniela Ternullo

“L’approvazione in Senato del disegno di legge costituzionale, che prevede l’introduzione dell’incompatibilità tra la carica di assessore e quella di deputato della Regione Siciliana, è un punto di svolta fondamentale per garantire maggiore equilibrio, trasparenza e responsabilità nella politica regionale. Con il ddl si introduce il principio di incompatibilità che prevede la sospensione temporanea del deputato siciliano che assume la carica di assessore, con la nomina di un supplente. Una misura che contribuirà a favorire una governance moderna rispettosa dei principi costituzionali, separando l’attività legislativa e amministrativa dall’azione di governo della Regione. La Sicilia merita un governo regionale che lavori con sempre maggiore serietà e equilibrio, e questo provvedimento è il primo passo verso un futuro più equo e trasparente per la nostra regione”. Lo dichiara la senatrice di Forza Italia, Daniela Ternullo, relatrice del ddl costituzionale sull’incompatibilità tra la carica di assessore e l’ufficio di deputato della Regione siciliana.

Un nuovo poltronificio per le opposizioni

Parlano di un modo per aumentare le poltrone dalle opposizioni e ricordano che il più famoso deputato supplente della storia fu Pablo Escobar, il narcotrafficante che riuscì ad entrare nel Parlamento colombiano.

“Quando ho letto per la prima volta questo Ddl mi sono immaginata la scena di un dialogo tra due amici, in cui uno dei due solleva il problema di non riuscire più a tenere in piedi la sua maggioranza in Sicilia e l’altro risponde: ho un’idea, cambiamo la norma qui a Roma, in modo tale che tu possa ritornare a controllare i tuoi deputati. Probabilmente è andata così ma per una strana curiosità a presentare il Ddl che aiuta l’amico siciliano Schifani è stato un senatore piemontese. Sullo Statuto della Regione Sicilia interviene Roma con una iniziativa di un senatore piemontese, Lucio Malan, forse folgorato sulla via di Palermo. Alla faccia dell’Autonomia speciale. Questa norma ha evidenti criticità politiche e anche etiche, non è una modifica qualunque, influenzerà e cambierà il funzionamento dell’Assemblea regionale siciliana. Introduce la figura del deputato supplente, una stranezza che aprirà la strada ad una marea di ricorsi da parte di questi stessi deputati temporanei. Come per magia i posti all’Ars passeranno da 70 a 82 e le maggiori spese non le pagheranno i parlamentari della maggioranza ma i cittadini siciliani. Più che deputati supplenti dovremmo chiamarli deputati al guinzaglio, perchè questi nuovi componenti inventati dal cdx potranno essere rimandati a casa in qualsiasi momento e quindi saranno sempre sotto ricatto. Il centrodestra sta creando gli spingi-bottone a tempo determinato. Come se non bastasse, si crea un vulnus di democrazia perché i cittadini si vedranno rappresentati temporaneamente da deputati diversi da quelli che hanno eletto ma che rimangono formalmente in carica. A questo punto forse facciamo prima a lasciare che il presidente Schifani, che si regge su gambe politiche azzoppate dalle indagini penali, si scelga direttamente i deputati che devono sostenerlo all’Ars e la finiamo con la democrazia e le elezioni” ha detto la senatrice M5S Ketty Damante nella dichiarazione di voto

Ma un giurista come Salvo Pogliese, senatore di Fratelli d’Italia, parla di una norma che mette ordine e garantisce la divisione fra potere legislativo ed esecutivo e che già in vigore in altre 8 regioni