Il Casolare che il 9 maggio del 1978 fu teatro dell’omicidio di Peppino Impastato sarà riqualificato dalla Città metropolitana di Palermo. È stato presentato oggi nell’Aula consiliare del Comune di Cinisi, il progetto nel corso di un incontro che ha aperto le iniziative dedicate al 44° anniversario della sua morte.
Un progetto di 230mila euro
Il progetto, dell’importo compressivo di 230mila euro prevede il restauro conservativo del casolare rurale. Procede pertanto l’impegno delle istituzioni di preservare il casolare perché possa essere un punto di riferimento come Centro Culturale per la lotta contro le mafie. Il progetto dell’opera è stato redatto dai tecnici della Direzione Edilizia, P.I. e Beni Culturali dell’Ente diretta da Claudio Delfino, con Paolo Mattina che ha curato la progettazione di concerto con Lorenzo Fruscione per gli impianti e con Vincenzo Evola e Giovanni Cavataio del Comune di Cinisi.
Chi era Impastato
Peppino Impastato fu ucciso dietro ordine del boss Tano Badalamenti il 9 maggio del 1978. Prima fu torturato in un casolare di campagna abbandonato e poi venne fatto saltare in aria poco distante lungo la linea ferrata. L’obiettivo era quello di far credere in un attentato che lo stesso Impastato stava preparando e che invece per un errore nella sua preparazione finì male. Ci sono voluti diversi anni perché la verità venisse a galla, tra vari depistaggi anche delle istituzioni.
Il progetto è ormai definitivo
Il sindaco metropolitano, Leoluca Orlando, ha espresso “apprezzamento agli Uffici Tecnici della Città Metropolitana e al Comune di Cinisi per la collaborazione” e con riferimento al progetto, ormai definitivo e per il quale si procederà all’appalto nei prossimi mesi, relativamente alle risorse ha dichiarato “attese le difficoltà che sono state frapposte dall’assessorato regionale al turismo, ho comunicato attraverso una lettera inviata al Presidente della Regione che qualora non fosse possibile utilizzare le risorse indicate dalla Regione, provvederemo al finanziamento con fondi del PNRR partecipando al bando Periferie Sociali e/o comunque inserendo questo progetto, e avendone trovato disponibilità, nel PON METRO PLUS, anch’essi Fondi Europei – e ha concluso- E’ molto bello pensare che un casolare mantenendo la sua forma originaria diventi Centro Culturale di mobilitazione contro tutte le mafie e che tutto questo si possa realizzare grazie a questa sintonia tra realtà locali e la Commissione Europea”
Commenta con Facebook