E’ solo all’inizio la vicenda delle giovanissime modelle a Palermo attratte da foto, passerelle, e sfilate di moda costrette a prostituirsi con più uomini per 50 euro.

E’ quanto hanno accertato gli agenti della squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti. Le ragazze che hanno iniziato con i book fotografici e con lavori come hostess e sfilate di moda sono state violentate e costrette a prostituirsi con tanti uomini “pieni di soldi”.

Sono state le stesse vittime, anche quindicenni, a raccontare quello che subivano. A restare invischiate in un mondo di ricatti, minacce e “lavaggi del cervello”.

E’ stata la mamma di una di loro che ha saputo che i due imprenditori della moda Francesco Pampa, di 41 anni e Massimiliano Vicari di 43 anni, l’hanno costretta ad avere rapporti dietro compenso di 50 euro. La donna ha presentato denuncia.

Rapporti non solo con i due, ma anche con tanti altri uomini di cui non conoscono i nomi.

Accanto ad un’apparente normalità fatta di sfilate e shooting fotografici, c’erano le violenze. Violenze subite tanto che alla fine le giovani si rifugiavano nell’alcool. Le vittime hanno raccontato di rapporti in albergo durante le manifestazioni mentre erano ubriache.

Utilizzavano le agenzie di modelle di cui erano i titolari per agganciare le ragazze, alcune minorenni, che volevano un futuro nel mondo della moda e dello spettacolo, le irretivano fino a carpirne la totale fiducia e poi le facevano prostituire con clienti facoltosi durante eventi glamour a Palermo, in tutta la Sicilia, in Italia e persino a Parigi.

Un giro di prostituzione minorile su cui la procura della repubblica di Palermo ha indagato per settimane e che oggi ha portato all’arresto dei due titolari delle agenzie di modelle e di un terzo collaboratore.

In esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale palermitano Fabio Pilato, sono finiti in carcere Francesco Pampa, 41 anni di Monreale ritenuto responsabile dei reati di violenza sessuale nei confronti di minorenne, prostituzione minorile, induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenne. Custodia cautelare in carcere anche per Massimiliano Vicari, palermitano di 44 anni, ritenuto responsabile dei reati di prostituzione minorile ed induzione e favoreggiamento della prostituzione di maggiorenne.

Il gip ha infine disposto gli arresti domiciliari per di Filippo Giardi 36 anni palermitano, indagato del reato di prostituzione minorile, per aver intrattenuto rapporti sessuali con una ragazza non ancora diciottenne in cambio di denaro.

La più giovane è del 2004, ha solo 17 anni. Le altre sono di poco più grandi, appena maggiorenni. Cadute nella rete di chi si è finto amico e le ha poi trattate come “carne da macello”.

Una storia squallida di sfruttamento e abusi, dietro il paravento del mondo dorato della sfilate di moda e del glamour, con protagonisti tre uomini, due dei quali sedicenti “manager”: entrambi sono stati arrestati, mentre ai domiciliari è finito il terzo indagato, che risponde di prostituzione minorile. Avrebbe avuto rapporti con una sedicenne in cambio di denaro.

Pampa è un agente di moda palermitano, Vicari è il titolare di un’agenzia che presta servizi di promozione e supporto sul web alle imprese. Insieme hanno creato una struttura che ingaggia giovani modelle siciliane fatte poi partecipare ad eventi di respiro nazionale e internazionale a Milano e Parigi, capitali europee della moda. Il terzo indagato, amico di Pampa e Vicari, gravitava nell’ambiente dell’agenzia.

L’indagine, condotta dalla polizia e coordinata dalla Procura di Palermo, nasce dalla denuncia della madre di una delle vittime che ha scoperto dal ragazzo della figlia le violenze psicologiche e sessuali che la ragazzina avrebbe subito per anni dai due uomini che l’avrebbero anche fatta prostituire con altri.

La giovane, “ingaggiata” quando aveva appena 15 anni, una volta diventata maggiorenne ha confermato tutto alla madre che ha deciso di rivolgersi alla polizia.

Le parole della vittima, sentita con l’aiuto di una psicologa, raccontano di una sorta di plagio subito dalle ragazze che gravitavano nell’agenzia di moda. Reclutate sui social, blandite, lusingate, trattate in modo apparentemente amichevole, finivano per prostituirsi con Vicari e Pampa in cambio di poche decine di euro e della promessa di un futuro nel mondo della moda.

“Tu che sei padre come fai?”, chiedeva la vittima che ha denunciato uno dei due. Le ragazze erano trattate come oggetti. Costrette a stare con amici dei due dopo aver partecipato a casting o eventi. Gente della Milano “bene” dei locali alla moda, si parla di un noto chef, “uomini coi soldi”, dice la ragazzina, che descrive i suoi aguzzini, tutti identificati e ora indagati.

“Aveva la pancia e i denti brutti”, racconta di uno mostrando il disgusto provato. “Eravamo carne da macello”, conferma un’altra delle vittime. Solo lei ha confermato la denuncia della giovane modella, ma secondo gli inquirenti, tutte le ragazze passate per l’agenzia sarebbero state costrette a subire la stessa sorte.

“Mi hanno fatto vedere le foto, un bordello, io non volevo parlare ma mi hanno fatto parlare per forza gli ho detto che eravamo ubriachi”, accenna in una conversazione intercettata un’altra giovane assolutamente reticente con gli investigatori. Ma i racconti delle vittime sono stati confermati anche dalle intercettazioni delle conversazioni di due amici degli indagati.

Il gip che ha disposto gli arresti dei tre parla di “strategia fatta di messaggi subdoli e perversamente
seduttivi”, di una “trappola” tesa a plagiare ragazze, fragili, abbagliate da fama.

“Abbiamo avuto massimo sostegno dalla procura di Palermo che ha anche svolto atti diretti d’indagine – sottolinea Rodolfo Ruperti – L’indagine è durata oltre un anno in cui sono state sentite alcune ragazze con tutto il supporto necessario. Dichiarazioni poi tutte avvalorate dall’attività tecnica”. Un’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e dal sostituto Sergio Mistritta.

Le giovani minorenni accompagnate dai genitori, superato il provino con il patron Pampa, si iscrivevano all’agenzia pagando una quota di circa 50 euro.

Da quel momento iniziava il loro percorso all’interno dell’agenzia e partecipavano a casting, sfilate o shooting fotografici che si tenevano in ambito locale o al massimo all’interno del territorio regionale. Durante questi eventi le giovani iniziavano a legarsi al loro agente, che godeva già della fiducia e della stima dei genitori delle minorenni.

Con le modelle Pampa instaurava un rapporto privilegiato dedicandosi non solo alla loro crescita professionale, molte partecipavano a concorsi di bellezza aggiudicandosi le prime posizioni e le ambite fasce da miss ma occupandosi anche del loro benessere personale, accontentando ogni loro desiderio.

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