Manifestazione davanti al Provveditorato di Palermo, al Pagliarelli organizzata dal sindacato Consipe e contemporaneamente in tutti i provveditorati italiani, per denunciare le difficili condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria.

Gli agenti lavorano 12 ore al giorno senza pause adeguate per il recupero psicofisico e non hanno neppure la mensa. Lo straordinario non viene retribuito correttamente, con solo una parte delle ore lavorate pagate.

Inoltre, i colleghi che effettuano traduzioni anticipano le spese per le missioni, senza sapere quando verranno rimborsati. Si richiede una ristrutturazione completa della polizia penitenziaria e del sistema penitenziario, poiché l’attuale organizzazione non garantisce più la sicurezza all’interno degli istituti. La situazione è insostenibile e necessita di attenzione da parte delle autorità governative e legislative.

“Consipe manifesta qui a Palermo, ma contemporaneamente in tutti i provveditorati dell’Italia – dice il segretario nazionale del Consipe Davide Scaduto – Il poliziotto penitenziario lavora 12 ore al giorno. Non c’è stacco per il recupero psicofisico da un turno all’altro e pensate che è costretto a mangiare in sezione il sacchettino con il panino perché non si riesce neanche a garantire la mensa obbligatoria di servizio.

Lo straordinario non viene neanche pagato a fine mese perché anche se il collega fa 60 ore gli se ne pagano 10, 15 e poi tutto il resto è congelato I colleghi che fanno le traduzioni, pensate un po’, è fatta l’immissione giornalmente, anticipano di tasca i soldi per effettuare la missione e chissà poi quando gli verranno rimborsati quelle quei fogli di viaggio.

Siamo veramente stanchi che la polizia penitenziaria venga calpestata tutti i giorni e quotidianamente. Per non parlare poi della sicurezza degli istituti penitenziari. I numeri non sono più bastevoli, le piante organiche vanno ridefinite e quello che chiediamo alle autorità governative e legislative è che la polizia penitenziaria venga totalmente ridisegnata e venga ridisegnata anche l’organizzazione del sistema penitenziario gruppo è un sistema fallimentare che non garantisce più la sicurezza all’interno degli istituti”.