Peggiorano le stime e le previsioni per l’economia in Sicilia. Nella nota di aggiornamento al Defr approvata qualche giorno fa, il governo Musumeci, rivede al ribasso il Pil: -0,4% nel 2019 (a luglio il governo aveva previsto -0,2%) e 0,1% nel 2020 (era 0,4%).

“La ridotta dinamica viene spiegata dal lato della domanda, dalla stagnazione dei consumi delle famiglie e dall’andamento negativo dei consumi della pubblica amministrazione – si legge nell’aggiornamento al Defr – mentre, dal lato dell’offerta, si stima un ridimensionamento del valore aggiunto nell’agricoltura, nel settore industriale in senso stretto e in quello dei servizi, con la sola eccezione delle costruzioni, che confermerebbe il recupero dell’anno precedente, dopo circa un decennio di continue flessioni”.

Le stime sono formulate facendo anche riferimento ai dati congiunturali disponibili: i volumi dell’export, riferiti a metà anno confermano la tendenza già emersa nel primo trimestre e cioè di un calo complessivo della domanda (-17,3%) dovuto alla flessione sia dei prodotti petroliferi (-21,6%) e sia, anche se in misura meno consistente, della componente “non oil” (-11,8%). In quest’ultimo aggregato gioca un ruolo importante la flessione del valore degli “altri mezzi di trasporto” (-91,9%) dove non si ripete la notevole transazione realizzata nell’anno precedente, grazie ad una grossa consegna della cantieristica navale. A ciò si aggiunge la cattiva performance delle vendite dei prodotti della chimica (-35,5%), della metallurgia (-10,3%) e delle apparecchiature elettriche (-10,6%).

“Tuttavia – si legge ancora nell’aggiornamento al Defr – all’interno della manifattura non mancano andamenti positivi provenienti dai settori dell’elettronica e della farmaceutica che registrano incrementi rispettivamente del 52,7% e del 12,4%”. Nei primi nove mesi del 2019, il numero di immatricolazioni di nuove autovetture si è leggermente contratto (-0,5%) su base annuale, a fronte di una diminuzione più forte avvenuta a livello nazionale (- 1,5%). E’ invece in ripresa il volume delle transazioni nel mercato degli immobili residenziali che nel secondo trimestre dell’anno registra un aumento complessivo del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2018, concentrato nei comuni non capoluogo (+6,4% a fronte di un +1,1% registrato nei capoluoghi). Questa tendenza costituisce una novità del mercato regionale, tradizionalmente caratterizzato dalla ridotta dinamica dei piccoli centri, ma si tratta di un dato ancora insufficiente a dedurne una ripresa dell’edilizia privata.

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