Caos all’interno di Reset. Questa mattina, il collegio sindacale ha respinto la proposta di piano industriale avanzata dall’azienda. E’ quanto emerge dal verbale della seduta del 28 ottobre, presieduta da Pietra Schillaci, presidente del collegio sindacale a cui è scaduto l’incarico da settembre. La società consertile, incaricata dal Comune dei servizi di pulizia, custodia, guardiania e manutenzione, vive in altro momento buio della sua storia.

Amella: “Respinto piano industriale di Reset”

A sottolineare la cornice problematica vissuta dai dipendenti dell’azienda è stata la consigliera comunale del M5S Concetta Amella. L’esponente pentastellata ha dichiarato in una nota tutto il suo timore verso il futuro di Reset. “Il collegio sindacale e la società di revisione non hanno certificato il Piano industriale 2023/2025 dell’azienda. Ciò si collega alla mancata sottoscrizione dei contratti economici per il 2023, 2024 e 2025. Nonchè al mancato appostamento del corrispettivo economico del 2023. E come potrebbero esserlo dal momento che il bilancio di previsione 2022/2024 non è stato ancora approvato e si è da poco insediato il Commissario ad acta?”.

“Perdite per il triennio 2023-25”

Una decisione, quella dell’assessorato regionale al ramo, dichiarata ad inizio novembre e resa nota agli uffici comunali di Palermo. Spada di Damocle che pende su Palazzo delle Aquile, mentre sull’azienda ci sono previsioni di certo non confortanti. “Il quadro che emerge per la partecipata dalla bozza del Piano industriale – a tinte fosche – indica una perdita di 2 milioni di euro nel piano per il 2023, situazione che si riproporrà per il 2024, con un volume di ricavi che, considerando l’incremento del costo del lavoro prevista tra due anni, non basterà affatto a garantire le ore lavorative assegnate nel 2018. E lo stesso vale anche per il 2025, in cui si prevede un ulteriore incremento del costo orario dei dipendenti”.

“Riduzione dipendenti attraverso mobilità interaziendale”

“La situazione è, dunque, particolarmente preoccupante – conclude Concetta Amella, che propone inoltre la sua ricetta personale per uscire dal guado -. L’azienda è da mesi senza vertice e allarmanti sono anche i dati emersi dall’ultima relazione trimestrale. La mancanza di bilancio comunale, poi, non rende plausibili futuri aumenti di corrispettivo. Occorrono, quindi, interventi strutturali che passino dalla riduzione del numero dei dipendenti, anche attraverso il concretizzarsi della mobilità interaziendale dei 94 lavoratori della Reset – che da anni attendono il transito in Rap o esodi – e dalla modifica triennale del contratto economico dell’azienda. Senza, non ci sarà futuro per i dipendenti e rilancio per i servizi”.