Restituito parte del patrimonio ai Niceta. Si conclude la prima tranche delle Misure di prevenzione riguardanti gli imprenditori Niceta. E’ il tribunale di Trapani ad essersi pronunciato, mentre quello di Palermo sta ancora valutando il grosso del sequestro dei beni, che riguarda 50 milioni di euro.

A Trapani, i giudici hanno fatto scattare la sorveglianza speciale per Francesco Guttadauro, il nipote del superlatitante Matteo Messina Denaro ritenuto in affari con i Niceta, e gli hanno sequestrato il cinquanta per cento di una società, la Nica, ma la parte riguardante gli imprenditori palermitani è stata restituita. Restituito del tutto ai Niceta un negozio a Borgetto, anche questo della Nica.

A Palermo, il processo è ancora in corso. Di recente, la procura ha chiesto di sentire un cugino di Massimo, Piero e Olimpia Niceta, Angelo. Accusa i parenti di aver intrattenuto rapporti con la famiglia Guttadauro. Per i magistrati è un riscontro alle accuse che nascono da alcuni pizzini e dalle intercettazioni.

Regge la ricostruzione dell’accusa per Francesco Guttadauro, considerato socialmente pericoloso, ma non per Massimo Niceta. Per il primo scatta la sorveglianza speciale per quattro anni e la confisca del 50 per cento della società che gestisce un punto vendita all’interno del centro commerciale Belicittà di Castelvetrano. Al secondo, invece, viene restituita la restante metà della stessa società.

Sono i risultati della decisione a cui è giunta la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, presieduta da Piero Grillo. Ci vorrà ancora qualche giorno per avere un quadro completo le motivazione. “Non è stata considerata un’impresa mafiosa – spiega il legale della società che gestiva la catena dei negozi di abbigliamento, l’avvocato Roberto Tricoli – altrimenti avrebbero confiscato l’intero capitale sociale. Potrebbe essere un provvedimento con delle ricadute positive anche nel procedimento in corso a Palermo”.

Nel provvedimento di sequestro eseguito a Trapani erano inseriti i negozi “Blue Spirit” e “Niceta Oggi” all’interno di Belicittà. Secondo l’accusa, i Niceta avrebbero fatto da paravento al boss Filippo Guttadauro per consentirgli di aprire i due negozi, da affidare ai figli, ed evitare la mannaia del sequestro.