“Il progetto di revisione della rete ospedaliera elaborato dall’assessore Faraoni, se attuato, otterrà un unico, paradossale risultato: dare il colpo di grazia a una sanità siciliana già agonizzante”.

Il duro giudizio è di Davide Faraone, vice-presidente di Italia Viva ed ex sottosegretario alla salute che per analizzare la bozza del piano per la nuova rete ospedaliera ha indetto una conferenza stampa oggi a Palermo.

L’analisi del Centro studi di Italia Viva

“Il responso dell’analisi effettuata dal Centro studi di Italia Viva sugli effetti della bozza denuncia che si sta preparando un disastro. Il documento lascia prevedere criticità sia a livello generale che, scendendo nei particolari delle realtà provinciali e locali. Grazie alla redistribuzione dei letti 6 province su 9 avranno un numero di posti inferiore alla media complessiva. Il risultato sarà un deficit di letti pari a 1840 posti”.

Le province più penalizzate

“A essere particolarmente penalizzate, saranno province, come Agrigento o Ragusa, con percentuali di persone anziane alte e flussi turistici considerevoli. Caltanissetta e Enna si trovano al di sotto della soglia di sicurezza indicata dalla OMS (3 posti letto/1.000 ab.) La dimostrazione plastica che si tratta di scelte arbitrarie o dettate dalle peggiori logiche locali è l’eccessiva concentrazione di letti a Palermo e Catania. C’è poi un sottodimensionamento tecnologico, con l’annullamento degli investimenti dedicati per apparecchiature d’avanguardia (TAC ad alta risoluzione, angiografi) nelle aree non metropolitane”.

La mobilità

“Una mobilità forzata dei pazienti: l’assenza di UO specialistiche in 6 province obbliga il 38% dei pazienti complessi a migrare verso Palermo/Catania (dati Agenas 2024). Un rischio concreto di desertificazione medica: senza reparti specialistici funzionanti, si accelererà l’esodo dei medici specialisti dalle aree interne In sintesi: la proposta Faraoni è tutta sbagliata, tutta da rifare. Applicare la ricetta Faraoni senza modifiche significherebbe tradurre in realtà una catastrofe annunciata”.

Le proteste e le controproposte

“Noi di Iv faremo di tutto per impedirlo. Con i 15 milioni del Pnrr inutilizzati per edilizia leggera vanno ripristinati 120 posti letto ad Agrigento, con la riattivazione reparti chiusi, recuperati 80 posti letto a Caltanissetta e creati 50 posti stagionali nelle isole minori con unita medicalizzate mobili. Nella proposta Schifani/Faraoni tagli o incrementi di posti letto, apertura o chiusura di reparti, non sono correlati a un’analisi di dettaglio di evidenze, patologie, analisi demografiche, disponibilità di attrezzature, competenze storiche, distanze geografiche e difficoltà di raggiungimento delle sedi, ma appaiono determinati esclusivamente dal peso specifico relativo degli sponsor politici dei diversi territori. Inoltre, nella preparazione della bozza, l’Assessorato non ha tenuto per nulla in considerazione l’integrazione tra Rete Ospedaliera e Rete Territoriale. Secondo il monitoraggio Agenas di maggio, solo due Case di Comunità ed un Ospedale di Comunità sono stati completati”.

“Il progetto di revisione della Rete ospedaliera proposta dal governo regionale è l’ennesimo passaggio di una gestione fallimentare della sanità siciliana. Italia Viva conferma la richiesta del commissariamento”, ha concluso Faraone.