“Ciò che si è consumata nel corso dell’evento “Riappropriamoci del Mare di Palermo” tenutosi nell’aula magna del dipartimento di ingegneria, è la mortificazione delle libere professioni intellettuali. L’avance dei Rotary club di costituirsi in “club service” da cui l’amministrazione comunale attiva possa attingere le professionalità a cui affidare incarichi di consulenza e progettazione è davvero infelice. Se aggiungiamo che nello stesso evento l’assessore Maurizio Carta annuncia la sua imminente nomina a presidente dello stesso Rotary Club, oltre che a configurare un conflitto enorme, la cosa diventa grottesca”. A dichiararlo è Ramon La Torre, segretario cittadino di Rifondazione Comunista Palermo.

L’attacco di Rifondazione

Ma il tema altro dell’evento è stato l’annuncio fatto dallo stesso assessore Carta di voler avviare l’iter per la redazione di una variante al vecchio piano regolatore generale che dovrà interessare la costa palermitana, da redigersi secondo i dettami della nuova legge sul governo del territorio, adducendo il fatto che l’iter per la redazione di un intero nuovo piano regolatore sia troppo lungo.

La nuova norma – continua Ramon La Torre – prevede sì l’ascolto e la concertazione con i portatori di interesse, ma in un processo ben definito e regimentato che nulla ha a che fare con l’evento consumatosi nell’aula magna di ingegneria e che l’assessore azzarda intenderlo come il primo stadio dell’avvio del nuovo processo di pianificazione.

L’assessore omette di dire che gli uffici del comune di Palermo hanno lavorato per circa dieci anni alla redazione del nuovo piano regolatore e che lo stesso ha preso forma in relazione alle determine del consiglio comunale in merito alle linee guida che lo hanno ispirato, alle consulenze esterne e alle osservazioni che genio civile e tutti gli altri organi di controllo hanno deliberato.

Il piano

Il nuovo piano regolatore generale è stato trasmesso già nel marzo del 2021 al consiglio comunale e solo l’ostracismo dei consiglieri di opposizione prima e della maggioranza adesso, negano a noi tutti e tutte il diritto di conoscerlo e di partecipare al suo eventuale miglioramento. A nulla quindi valgono le lamentele dell’amministrazione attiva rispetto alle lungaggini di un nuovo iter nel momento in cui non sono bastati sei mesi per decidere di discutere un piano già pronto.

Ancora più stucchevole è infine la disinvoltura con la quale il Sindaco Lagalla dopo aver attribuito le responsabilità della compromissione della linea di costa a politici e professionisti conniventi, imprese, proprietari dei terreni compiacenti, al contempo individua nel denaro pubblico lo strumento per la bonifica degli stessi terreni e la loro restituzione alle stesse categorie per una nuova opportunità del profitto.

Noi Comunisti – conclude Ramon La Torre – crediamo invece che occorra una seria riflessione sulle tensioni sociali che attraversano la città e che ogni programmazione di spesa di denari pubblici debba partire dalla mappatura delle mancanze dell’infrastrutturazione sociale, e da quelle categorie da sempre escluse da ogni occasione di pianificazione.