Referendum costituzionale. “La linea fondante” della riforma “avvicina lo Stato ad una sorta di dittatura dolce fondata non sulla sovranità popolare ma sul potere oligarchico che obbedisce solo alle leggi della finanza e della economia internazionale” e questa idea emerge “nel dopoguerra nel piano di rinascita democratica della P2 di Licio Gelli”.
A dirlo è il pm Nino Di Matteo, intervenuto a Palermo a “Una notte per la Costituzione”, evento organizzato dal Comitato “Liberi cittadini per la Costituzione”.
“La riforma crea lo spostamento dell’equilibrio tra poteri portando un rafforzamento dell’esecutivo ed uno svilimento del potere legislativo” specifica il magistrato, sottolineando l’importanza di valutare “il contesto più alto rispetto all’analisi delle singole modifiche costituzionali” fare quindi anche “un’analisi storica degli ultimi 40 anni”.
Durante i quali ci sono stati “analoghi progetti sempre volti a favorire l’esecutivo” promossi da “Cossiga, Craxi e da un governo Berlusconi, 40 anni di tentativi per ribaltare gli assetti fondamentali della nostra carta costituzionale”.
“Il progetto viene da molto lontano e l’obiettivo è la definitiva decostituzionalizzazione a scapito della partecipazione cittadini”.
Entrando nello specifico il pm Di Matteo sottolinea come la “riforma non abolisce il bicameralismo ma lo rende solo più confuso”, “non possiamo sopportare bugie e mistificazioni continuamente amanite a sostegno della riforma”.
“L’unica certezza è l’acquisizione da parte di sindaci o consiglieri regionali di spazi di immunità parlamentare” in un paese come l’Italia dove “la percentuale di politici che hanno problemi con la giustizia è molto alta”.
“Altra bugia e mistificazione – continua Di Matteo – è il fatto che la riforma abbatte i costi” allora ”mi chiedo da cittadino perché piuttosto che smantellare la Costituzione non si riduceva solo il numero di deputati e senatori?”.
Altro punto su cui concentra l’attenzione il pm è la tanto citata semplificazione a suo avviso “solo uno slogan falso” perché “l’iter di formazione delle leggi semmai viene complicato e si crea un clima di perenne conflitto d’attribuzione tra i poteri dello Stato”.
Si pensi solo che “la Costituzione vigente usa solo nove parole per l’articolo 70 mentre il nuovo articolo della riforma è composto da 470 parole”. Con il nuovo articolo “c’è la moltiplicazione dei processi legislativi e dietro angolo c’è la paralisi del parlamento per favorire la supremazia del Governo”.
“Non posso dimenticare che tanti servitori dello Stato, colleghi e cittadini hanno offerto la vita” per difendere i principi scritti nella Costituzione, conclude il magistrato.
L’ultimo intervento è di Salvatore Borsellino, fondatore del Movimento Agende Rosse e fratello del giudice Paolo ucciso in via d’Amelio. “Non permetterò che questa Costituzione venga stravolta – afferma – la nostra Carta Costituzionale è un’architettura perfetta” ma c’è chi “toglie i pilastri solo per diminuire i costi”. “Questa – conclude Borsellino – è una guerra di resistenza”.
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