“Sugli appalti al governo regionale non resta che ritirare la riforma prima che vada in Aula e uniformarsi alla normativa nazionale recependo il Codice nazionale degli appalti ma anche le linea guida emanate dall’Autorità anticorruzione il 3 dicembre per la composizione delle commissioni, in questo caso gli Urega”. Lo dice il segretario della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, dopo la sentenza della Corte costituzionale che impugna alcune norme della legge regionale sugli appalti del 2015.  La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune norme contenute nella legge della Regione Sicilia  perché difformi da quelle nazionali. L’impugnativa della Presidenza del Consiglio aveva nel mirino alcune norme  tra cui l’individuazione della soglia di anomalia delle offerte nei contratti sotto soglia comunitaria, affidandosi a un diverso criterio matematico rispetto a quello stabilito nelle norme nazionali

Secondo Pagliaro – che nei giorni scorsi aveva già chiesto il ritiro della riforma esitata dalla Commissione territorio e ambiente dell’Ars non condividendo l’innalzamento da uno a due milioni e mezzo della soglia entro cui potere procedere con i massimi ribassi – “la sentenza della Consulta, che fa riferimento alle norme in materia di tutela della concorrenza di esclusiva competenza statale, potrebbe ora fare da battistrada anche a un procedimento analogo per quanto riguarda la composizione degli Urega”. Per il segretario della Cgil Sicilia “la Regione deve solo recepire le norme nazionali e se aggiustamento può esserci questo deve riguardare l’introduzione delle clausole sociali per la tutela del lavoro , come ha fatto la Regione Lombardia”