Hanno inghiottito, in cella, delle pile: uno addirittura la scheda tv. Poi, non contenti, hanno sfasciato la cella. Protagonisti tre detenuti del carcere minorile di Palermo, istituto nel quale i detenuti (tutti marocchini e tra i quali dei maggiorenni) aveva dato fuoco ad alcune suppellettili.
Ennesima “rivolta” nel carcere minorile
A dare la notizia è Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. ““Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari dell’Ipm di Palermo, che testimoniano le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nelle carceri. E quello che più sconcerta è l’assoluta assenza di provvedimenti da parte del Dipartimento della Giustizia minorile, a capo del quale il dirigente Antonio Sangermano che ci sembra ‘navigare a vista’.
Lo dimostra il fatto che dopo l’incendio dell’altro giorno nel carcere minorile non si è fatto vedere a Palermo, a dimostrazione di una insensibilità davvero sconcertante, e non ci risulta abbia dato disposizioni perché gli adulti detenuti in Istituti per minorenni che si rendono protagonisti di gravi eventi critici, come per altro prevede il decreto Caivano, siano immediatamente trasferiti in carceri per adulti”.
Scenario inaccettabile
“È inaccettabile lo scenario quotidiano in cui opera il Corpo di Polizia Penitenzia, tra aggressioni, rivolte ed altri eventi critici: sono troppe e tutte inaccettabili le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria, troppo pochi i poliziotti in servizio (la scopertura dell’organico della Polizia penitenziaria è pari al 16%: su 42.850 unità gli agenti presenti in servizio sono 35.717)”, conclude Capece. “Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Nelle carceri della Nazione serve forte ed evidente la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci. E servono con urgenza quelle riforme più volte chieste dal Sappe ma che, incredibilmente, il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che ha una delega ad hoc per la giustizia minorile continua a non assumere ed ignorare”.
“Nel frattempo”, conclude Capece, “in questo scenario da guerriglia urbana, i poliziotti penitenziari continuano a prendere calci, sputi e mazzate nelle carceri italiane, con buona pace di Sangermano, a capo di un Dipartimento – quello minorile – allo sfascio, e del sottosegretario delegato Ostellari, protagonista solo di passerelle alle feste del Corpo regionali di Padova e Milano. E se anche il Ministro Guardasigilli Nordio ignorerà questo appello, il Sappe non esiterà a portare in piazza sotto il dicastero della Giustizia tutto il dissenso e il malumore dei poliziotti penitenziari italiani”.
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