“Nuovo saccheggio nel carcere minorile Malaspina di Palermo. Due detenuti stranieri si sono barricati nella cella armati di lamette minacciando i poliziotti, hanno incendiato una cella rendendola inagibile, abbassando così i posti disponibili, portando la capienza da 45 posti a 20”. E’ quanto dichiara Gioacchino Veneziano, segretario della Uilpa Sicilia.
Escalation di raid criminali
“L’escalation di eventi critici al carcere minorile di Palermo aumenta e il personale di polizia penitenziaria ormai è allo stremo delle forze – aggiunge Veneziano -. Non potrà resistere a lungo l’onda d’urto delle violenze perpetrate dai detenuti ormai consapevoli che l’impunità regnerà sovrana. Una ulteriore prova della inadeguatezza della struttura. Molti poliziotti sono stati richiamati in servizio, tanti hanno prolungato la loro permanenza con a capo il comandante Cerami e il vice comandante Mantini. Con scudi e caschi sono riusciti a bloccare i reclusi asserragliati nella cella incendiata dimostrando grande coraggio, professionalità, consentendo anche il trasferimento dei rivoltosi in altre carceri in orari notturni”.
Annunciato lo stato di agitazione
Per fronteggiare queste situazioni sempre più frequenti “servono – conclude Veneziano – gruppi di intervento rapido. Come negli istituti per adulti ma anche altre strategie operative che possano consentire ai nostri poliziotti di operare in sicurezza nelle situazioni ormai quotidiane di emergenza. Fermo restando che il Malaspina di Palermo oramai è al collasso totale. Le promesse del capo del dipartimento Sangermano sono rimaste tali, perché nessuno degli impegni proferiti in conferenza sono stati mantenuti. Per cui a breve proclameremo lo stato di agitazione con manifestazioni esterne”.
Altra rivolta a Santo Stefano
Appena qualche giorno fa detenuti in rivolta sempre al carcere Malaspina di Palermo. Altissima tensione e sommossa sfiorata, come denunciato dal segretario locale Paolo La Corte del sindacato autonomo polizia penitenziaria. Nel girono di Santo Stefano un folto gruppo di detenuti nordafricani ed arabi si sono resi protagonisti di più atteggiamenti aggressivi verso il personale di polizia penitenziaria. In pratica pretendevano tabacco e giochi da tavolo, minacciando gli agenti, dicendo di essere vittime di razzismo e dando anche fuoco a suppellettili varie.
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