“Sarò Franco”: questo lo slogan con cui il candidato a sindaco di Palermo Franco Miceli ha lanciato la sua campagna elettorale. L’evento è avvenuto intorno alle 18 presso la location di Villa Filippina, nel cuore del capoluogo siciliano. Ad affiancare Miceli nella sua prima uscita ufficiale, c’erano tutti i componenti della coalizione di centrosinistra a suo sostegno. Sul palco, è stata ospitata anche una delegazione dei lavoratori ex Almaviva, oggi a rischio licenziamento.

Miceli lancia la campagna elettorale

Il candidato sindaco del centrosinistra ha dato appuntamento agli alleati sul prato di Villa Filippina. A sostenere l’ambizione dell’architetto verso il più alto scranno di Palazzo delle Aquile tutta la compagine progressista: dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, passando per Avanti Insieme e Sinistra Civica Ecologista. Presenti buona parte dei consiglieri uscenti e alcuni assessori dell’attuale Giunta. Fatto per il quale sembra definitivamente superata la fase della discontinuità rispetto alla sindacatura uscente di Leoluca Orlando. Ciò a maggior ragione dopo il bene placet del Professore alla candidatura dello stesso Miceli.

L’attacco al centrodestra

Franco Miceli sveste subito i panni del tecnico, entrando nel campo della politica. Non mancano gli attacchi agli avversari, in particolare a quelli della coalizione di centrodestra. “Non mi sono mai sottratto a impegni complessi e di responsabilità, ma dietro la mia scelta c’è solo e soltanto l’amore per Palermo e la responsabilità che mi assumo di essere guida per il cambiamento che questa città merita. Qualcosa che non vedo a destra” e chiede, “su cosa, tutti i candidati della destra, stanno litigando? Nessun tema sul tavolo: solo accordi di potere”.

Palermo e il piano di riequilibrio

Il presidente dell’Ordine degli architetti lancia la sua idea di “Patto per Palermo”. Un programma che parte dalla questione bilancio, in particolare dal piano di riequilibrio. Vicenda sulla quale Miceli riprende la visione di Leoluca Orlando, concordando con il sindaco uscente sulla necessità di rivedere le condizioni che hanno portato all’accordo con Roma relativo ai fondi necessari a rientrare dalla condizione di sopra accreditamento e sta colpendo le casse di Palazzo delle Aquile.

“Palermo non è Napoli e non è Torino. Il capoluogo siciliano non ha debiti, ha un disavanzo. Ma sul modello di quanto fatto a Napoli o Torino chiederò allo Stato l’impegno di far uscire la città da questa empasse”. Un programma che si rivolge a quelle che Miceli chiama energie virtuose, “chiamate oggi qui. ma coinvolte in prima persona da domani in un percorso che voglio il più partecipato possibile. Chiedo ai partiti della coalizione di fare delle liste forti e rappresentative delle migliori esperienze della città”.

Il programma di Miceli, centralità per l’ambiente è la transizione ecologica

Miceli passa poi  in rassegna il suo programma elettorale, nel quale trovano centralità il tema dell’ambiente e della transizione ecologica. Il candidato del centrosinistra fa presente che Palermo ha bisogno di un cambio di marcia. Ciò per stare al passo delle altre città europee, soprattutto in tema di raccolta differenziata.

Tra i punti chiave del programma di Miceli c’è poi il decentramento. Elemento mai realizzato fino in fondo nella scorsa amministrazione, “da cui dipendono – sottolinea il candidato sindaco – la governabilità della città e la presenza sul territorio per intercettarne le istanze. I miei principali collaboratori saranno i presidenti delle otto circoscrizioni”. Dal passato recente della consiliatura, Miceli ripesca l’idea di città policentrica, la quale servirà “per elevare il livello della qualità dei servizi che oggi in molti casi non c’è per molti motivi”.