Il Gip Nicola Aiello ha rinviato a giudizio Matteo Tutino chirurgo plastico ed ex primario di Villa Sofia, l’ex manager dell’ospedale palermitano, Giacomo Sampieri; Damiano Mazzarese, dirigente del dipartimento di Anestesia e rianimazione dell’azienda ospedaliera;  Giuseppe Scaletta, ispettore della Digos, e la moglie genetista, Mirta Baiamonte.

Unica assolta Maria Concetta Martorana, ex direttore sanitario difesa dall’avvocato Massimo Motisi.

Il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Luca Battinieri avevano chiesto il rinvio a giudizio per tutti.

Secondo l’accusa, Tutino, che era anche medico personale del governatore Rosario Crocetta, avrebbe eseguito interventi estetici spacciandoli per funzionali e cioè necessari a salvaguardare la salute dei pazienti.

Il tutto senza avere scelto il regime di attività intramuraria. L’ex primario avrebbe dirottato i pazienti in ospedale, scavalcando il centro di prenotazione e le liste di attesa. Si sarebbe fatto pagare per operazioni che non avrebbe potuto eseguire in ospedale, falsificando le cartelle cliniche affinché i pazienti ottenessero dal servizio sanitario nazionale un rimborso che non gli spettava.

E così nei suoi confronti vengono ipotizzati i reati di truffa, peculato e falso. Come falsa sarebbe stata l’autocertificazione con la quale Tutino, nel momento in cui presentò la domanda per diventare primario, dichiarò di non avere precedenti penali. Ed invece nel suo casellario giudiziale c’è una sentenza irrevocabile con la quale nel 1989 è stato condannato per omicidio colposo.

E poi ci sono gli abusi d’ufficio: quello che avrebbe commesso assieme all’ex commissario Sampieri per evitare che si completasse l’iter del procedimento disciplinare aperto a suo carico quando da Palermo si era trasferito a Caltanissetta e quello che ha avuto come “vittima” Francesco Mazzola. Mazzola è uno dei medici arrivati allo “scontro” con Tutino e Sampieri.