E’ una sfida a colpi di dichiarazioni assurde quelle fra il Presidente della regione, l’ex presidente del senato Renato Schifani e il capogruppo di Forza Italia ll’Ars Marco Falcone. Una sfida che ha per oggetto la grande manifestazione dei sindacati che sabato hanno portato in piazza migliaia di persone per chiedere il ritorno alle urne denunciando una politica regionale che non si è curata della Sicilia e dei siciliani.

“La manifestazione che Cgil, Cisl e Uil hanno promosso a Palermo ha interpretato il grande malessere della stragrande maggioranza dei siciliani – ha detto a sorpresa l’ex Presidente del Senato oggi esponente di Ncd-. E la metafora della ‘nave che affonda’ ha drammaticamente fotografato la crisi profondissima in cui sono annegati l’occupazione e lo sviluppo nell’Isola. A poco più di un anno dalla fine della legislatura ormai sarebbe vano chiedere risposte vere a chi ha già dimostrato di non possederne”.

“E’ dovere della politica sostituirsi a chi si ostina a disgovernare – prosegue – interrompendone il percorso e
tornando al voto. Mi appello, dunque, a tutte le forze moderate perché archivino questo governo, sia per senso di responsabilità nei confronti dei siciliani, che per evitare di restare elettoralmente schiacciate dalle gravi incapacità del governo regionale e dover consegnare la Sicilia al M5S”.

Palla raccolta al balzo da Forza Italia con Falcone, capogruppo all’Ars, che invita Ncd ad essere conseguente e lasciare il governo Crocetta che sta appoggiando “Le parole del presidente Schifani interpretano appieno il sentire comune che chiede, a gran voce e quanto prima, la conclusione di un’esperienza di governo a dir poco disastrosa”

“A distanza di otto mesi circa, dalla formazione dell’ultimo esecutivo, – ha continuato Falcone – le stesse ragioni che spinsero il Ncd a sostenere Pd e Crocetta sull’ipotetico percorso delle riforme e’ risultato velleitario ed è miseramente naufragato. L’ennesimo pasticcio delle province ne è un esempio emblematico”.

“Il NCD accolga, quindi, l’invito del senatore Schifani – ha concluso il capogruppo azzurro – esca dal governo regionale, facendo dimettere l’avv. Vermiglio. La sua permanenza nell’esecutivo, infatti, in questi mesi, non solo non è stata utile alla Sicilia, ma ha sortito come unico risultato quello di indebolire l’immagine del partito di Angelino Alfano che, necessariamente, ha dovuto subire l’accostamento al fallimento crocettiano”.

Irriverente nei confronti di tutti i soggetti in campo la risposta del Presidente della Regione “Quali sono i sindacati? E dove sono scesi in piazza? Non lo so, i sindacati facciano i sindacati. La politica la lascino decidere alla politica”.

“Io ho molto rispetto per loro – ha aggiunto Crocetta – di quanto loro ne dovrebbero avere per le istituzioni. In Sicilia il Pil è cresciuto: più 0,4 nel 2015. Si perdevano 20 mila posti di lavoro all’anno e adesso nel 2015 ne abbiamo avuti 32 mila in più. Il problema è che i sindacati, purtroppo, spesso partecipano alle battaglie politiche e si interessano alle candidature”.

Leggi anche

La Sicilia affonda, la piazza chiede a Crocetta di tornare alle urne