No ad una legge che demanda ad un sorteggio la scelta di chi dovrà svolgere un importante compito come quello di revisore dei Conti. E’ scontro all’ars su questa norma ma anche sulla presenza di una maggioranza che non riesce a tenere unita l’aula.

“Anche il dibattito sul disegno di legge per le modalità di nomina dei revisori dei conti negli Enti regionali si è trasformato in uno scontro tra il presidente della commissione Pellegrino di Forza Italia e l’Assessore Armao. È preoccupante che il Governo Musumeci non abbia ancora presentato l’assestamento di bilancio annunciato a luglio, necessario per dare copertura finanziaria alle leggi di settore che comportano spesa”.“Sulla legge per la nomina dei revisori dei conti negli enti partecipati dalla Regione la coalizione di centrodestra sembra applicare la regola dei ‘due pesi e due misure’ ” sostiene il parlamentare regionale PD Anthony Barbagallo nel corso del suo intervento durante il dibattito sul ddl che punta a regolamentare la nomina dei revisori nelle società partecipate dalla Regione.

“La coalizione che oggi rappresenta la maggioranza è la stessa che nella passata legislatura ha portato avanti un’estenuante battaglia d’Aula a favore della norma che prevede il sorteggio per l’incarico di revisore dei conti nei Comuni. E’ quindi assolutamente incomprensibile che quella stessa coalizione adesso faccia muro contro l’estensione della regola agli enti partecipati e sottoposti a controllo e vigilanza della Regione. Questa marcia indietro ci lascia perplessi – ha concluso – e non vorremmo fosse un modo per nascondere la volontà di effettuare scelte discrezionali per le oltre 200 nomine previste negli enti partecipati”.

Contro si schiera Eleonora Lo Curto capogruppo Udc “Il Ddl con il quale si chiede che le nomine dei Collegi dei Revisori negli enti regionali e nelle società partecipate vengano effettuate con sorteggio è l’ennesimo fumo negli occhi per i cittadini e per gli stessi revisori contabili. E’ davanti a tutti il fallimento della legge che prevede l’estrazione a sorte per i revisori dei Comuni”.

“La stessa Anci nazionale ha espresso recentemente tutte le perplessità chiedendo una modifica della legge. Sotto le mentite spoglie della trasparenza – prosegue –  si propone ora una legge che fa solo danni. Non ci si può affidare alla sorte per scegliere gli organi di controllo degli enti regionali e delle società partecipate, magari trovando così nei collegi soggetti con poca esperienza. La Regione ha già fatto una scelta precisa prevedendo compensi modesti per gli amministratori degli enti controllati e delle società partecipate, nonostante le grandi responsabilità che questi si assumono. Lasciamo allora agli stessi vertici degli enti regionali e delle spa pubbliche l’onere di nominare i componenti dei collegi di revisione. Del resto i professioni scelti garantiscono non solo competenza, ma soprattutto indipendenza e professionalità”.

“Sui revisori dei conti – gli fa eco Vincenzo Figuccia – dobbiamo dare un senso alle nostre scelte e recuperare il senso più profondo della politica. I nostri figli sognano di studiare, specializzarsi, approfondire le loro conoscenze e l’idea di estrarre a sorte queste figure cozza con le aspirazioni profonde della meritocrazia e di chi scommette sulle proprie capacità – chiosa a Sala d’Ercole il deputato regionale Vincenzo Figuccia che prosegue – dopo i tanti sacrifici, tutto si aspettano fuorché divenire biglie da sorteggio in balia della sorte. Mentre alla Regione è necessario potenziare l’azione di controllo, altra questione riguarda il rapporto tra controllante e controllato che coinvolge gli enti locali – dice il parlamentare – dove ad esempio, al Comune di Palermo, ci siamo trovati davanti al surreale: il sindaco ha minacciato di denunciare alla Procura il collegio dei revisori sol perché questi hanno illustrato una verità ben diversa da quella che il sindaco racconta. Si tratta di un organo di garanzia che controlla la regolarità contabile e amministrativa degli enti, relaziona sulla conformità del bilancio preventivo e di esercizio e la cui scelta deve passare per criteri altrettanto ancorati a regimi di trasparenza e di competenza. Detesto – conclude – questa politica generalista e demagoga dispiegata con fierezza da Grillo e dal suo movimento che insegna a non studiare e ad affidarsi alla fortuna”.

Contro la tattica del rinvio da parte della maggioranza sis chiera il capogruppo Pd Giuseppe Lupo “E’ ormai chiaro che la coalizione di Musumeci è in crisi – dice – e che rinviare i lavori d’aula non risolve il conflitto politico che paralizza la giunta e l’attività del Parlamento”.