Sale la tensione ed il livello dello scontro sulla gestione della spiaggia di Mondello dopo che il deputato regionale Ismaele La Vardera ha presentato una serie di denunce pubbliche. Da ultimo, in trasmissione con Giletti, ha raccontato di dipendenti della società in odor di mafia. Una accusa rispetto alla quale la Società Italo Belga, che si considera al centro di un attacco non solo mediatico teso a screditarla, ha annunciato querela.
In merito alla vicenda relativa alle segnalazioni su alcuni dipendenti dello stabilimento balneare Italo belga di Mondello, a Palermo, dall’assessorato regionale del Territorio e ambiente precisano quanto segue.
La vicenda
Tutto ha avuto inizio con la denuncia sulla presenza di “tornelli” che impedivano l’accesso al mare a chi non era cliente degli stabilimenti balneari. Tornelli illegittimi secondo le denunce, ritenuti, invece, leciti dalla Italo belga in virtù dei passaggi di acceso libero lasciati a distanza regolari.
Alla fine la denuncia di La Vardera ha avuto la meglio e i tornelli sono stati rimossi anche se la società, non lo dice, ma li continua a considerare legittimi e si prepara ad una discussione in vista della prossima stagione.
Il passaggio successivo è stato l’attacco ai dipendenti fra i quali, dice La Vardera, che denuncia anche di essere stato minacciato, ci sarebbe anche l’autista di un boss
L’intervento della Regione
“La Regione Siciliana, prima di rilasciare qualsiasi concessione demaniale marittima, richiede la certificazione antimafia alle Prefetture territorialmente competenti attraverso la piattaforma Bdna (la Banca dati nazionale antimafia). L’amministrazione, che non ha competenza in merito, si attiene alle valutazioni delle Prefetture” rispondono dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente.
La ricostruzione dell’iter autorizzativo
L’assessorato al Territorio e ambiente, lo scorso 23 settembre, ha attivato una verifica sulla eventuale presenza nelle società concessionarie, con finalità turistico ricreative, di soggetti che non hanno i requisiti antimafia.
È stato chiesto a tutti i concessionari del demanio marittimo, per i quali è intervenuta una modificazione nell’assetto societario o gestionale dell’impresa, di trasmettere entro 7 giorni la documentazione comprovante l’avvenuta comunicazione al prefetto dei nominativi di eventuali soggetti destinatari di verifiche antimafia, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 86 del Dlgs 159/2011.
La convocazione in antimafia
Il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, dopo aver ascoltato l’onorevole Ismaele La Vardera sulle presunte infiltrazioni mafiose nella gestione di uno stabilimento balneare, ha deciso di convocare il dirigente generale dipartimento Ambiente della Regione, Calogero Beringheli, perché riferisca sulle procedure di assegnazione delle concessioni balneari.
La lettera della Italo Belga
Adesso la Italo Belga sceglie di rompere il silenzio e lo fa con una lettera in quattro cartelle inviata al prefetto ma anche a Presidente della Regione, assessore al territorio e sindaco di Palermo.
Parla di “notizie palesemente infondate” e di uso “distorto e diffamatorio” allo scopo di “screditare l’operato della Italo Belga”
Nella lunga lettera la società ripercorre la sua storia fin dalla nascita a Bruxelles nel 1909, cosa questa che spiega perché la sede si trovi ancora in Belgio senza che questo rappresenti opacità gestionale, l’esistenza di una sede italiana e di una società controllata al 96% a Palermo, la Siat alberghiera.
Ripercorre, poi, tutte le concessioni iniziate con la bonifica della palude di Mondello e cambiate nel tempo fino all’ultima concessione che risale al 2020. In quella occasione arrivò anche il nulla osta antimafia così come nel 2022 la Siat, società controllata, ha ottenuto piena liberatoria antimafia in occasione di un contributo rilasciato dall’Assessorato regionale alle Attività produttive per attività alberghiere, contributo che ha seguito l’intero iter autorizzativo e passato tutti i vagli di legge, anche antimafia.
I dipendenti in odor di mafia
Ma la Società risponde anche all’accusa che alcuni dipendenti possano essere considerati in “odor di mafia”.
“Il fatto che 4 dipendenti su oltre 100 siano risultati, secondo le notizie di stampa, imparentati con personaggi accusati di mafia non può essere valutato automaticamente come indice di co interesse o condizionamento mafioso. E’ doveroso rilevare che alla società essi risultano incensurati” scrive la Italo belga “come da casellari giudiziari prodotti dagli stessi”.
“Inoltre il fatto che un paio di essi siano stati interessati da indagini non era un dato conosciuto (ne conoscibile ndr) dalla società”
In particolare sulla posizione di Bartolo Genova, colui che viene additato come autista di un boss “non è più dipendente dell’Azienda dal 2010 anno in cui è stato licenziato a seguito del suo arresto”.
Ma la società va oltre sostenendo che “non ha mai gestito alcuna attività aziendale, men che meno il ristorante Charleston” e che “Le attività contestate a Genova non hanno mai coinvolto la attività aziendali”.
Dopo la lettera la richiesta di un tavolo tecnico
Il Presidente e Amministratore delegato della Italo Belga Antonio Gristina che firma la lettera chiede, alla fine, di essere ascoltato per ribadire molto altro e fa seguire il tutto ad un video messaggio social.
“La Italo Belga, che direttamente e in piena autonomia gestisce la spiaggia di Mondello, respinge con fermezza le illazioni e le ricostruzioni capziose che nulla hanno a che fare con la realtà della
Società. Operiamo da sempre nel pieno rispetto delle Leggi e con tutte le autorizzazioni necessarie” ci tengono a precisare dalla società.
“Abbiamo chiesto al Prefetto un confronto formale ed alla Regione ed al Comune di Palermo l’apertura di un tavolo tecnico e di confronto, utile a chiarire ogni ipotetico dubbio ed a condividere atti e documenti con le Autorità competenti. Noi lavoriamo alla luce del sole”.
Mandato ai legali
“Il mandato conferito ai nostri Legali serve al solo scopo di chiarire l’assoluta estraneità della Società a qualsivoglia contesto criminale e di intervenire nelle Sedi opportune contro accostamenti diffamatori”.
La manifestazione e l’affondo di Forza Italia
Intanto La Vardera scenderà in piazza contro il governo della Regione per questo e per mille altri motivi che sono stati fulcro della sua campagna di opposizione degli ultimi mesi e alla manifestazione rispondono preventivamente da Forza Italia: “Ammiriamo la costanza del gruppo “La Vardera & C.”: hanno trasformato la loro attenzione per il Presidente Schifani in una forma d’arte così ricorrente e prevedibile, che ormai potremmo lanciare una rubrica fissa nell’agenda politica della Regione. Non importa l’argomento in discussione, che sia di competenza regionale o meno, il loro copione è un atto unico con un protagonista fisso: il Presidente Schifani. È una dedizione così assoluta da sembrare maniacale”.
“Un ringraziamento, dunque, per questa instancabile e meticolosa attenzione. Senza di loro, il dibattito politico perderebbe un elemento di sicuro interesse. Forse” dicono i deputati di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana in riferimento proprio alla manifestazione indetta da La Vardera a piazza Indipendenza.






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