Occupata la sede centrale della Rest, in piazzetta dalla Pace. La notizia dell’ennesimo ritardo nell’erogazione degli stipendi ha scatenato l’ira di un gruppo di operai dellasocietò partecipata del Comune di Palermo che ha preso il posto della Gesip e che dà lavoro acirca  1600 persone.

Da settimane sindacati e lavoratori denunciano una riduzione dell’orario di servizio, passato da 40 a 30 ore, e l’inquadramento al livello più basso. Due gioni fa hanno subito anche una trattenuta in busta paga di 150 euro.

Intanto i sindacati confederali Filcams Cgil, Fisascat Cisl eUiltucs Uil, con una nota congiunta, condannano il’atteggiamento assunto dai vertici della Reset e proclamano lo sciopero dei lavoratori della società partecipata per mercoledì (3 febbraio) con presidio davanti Palazzo delle Aquile.

Le organizzazioni sindacali fanno presente “di volere attivare i propri uffici legali per intraprendere il ricorso ex art.28 L.300/70 per comportamento antisindacale” nei confronti della Reset, ritenendo di “particolare gravità la mancata trattazione di argomenti contenuti negli accordi sindacali siglati tra i sindacati, Reset e Comune di Palermo, la cui mancata soluzione costituisce, non solo un voler disattendere i predetti accordi, ma anche un grave disagio per le lavoratrici e lavoratori, le cui problematiche rimangono ormai da troppo tempo irrisolte”.

I sindacati considerano “grave da parte ella Reset porre in essere decisioni unilaterali, che non tengono conto del confronto sindacale, quali trattenere le somme in busta paga per il recupero di imperio della quota anticipata dei 650 lavoratori assunti in Reset nel mese di marzo 2015, pur sapendo di arrecare serio danno al reddito dei lavoratori. Ovvero, procedere alla stipula di accordi con le Finanziarie, senza fornire comunicazione alcuna alle organizzazioni sindacali, consapevoli di arrecare ulteriori danni alla già precaria posizione reddituale dei vostri dipendenti”.

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