Piuttosto che pensare già al secondo mandato il Presidente della Regione pensi alla Sicilia di oggi. E’ quello che sostengono le opposizioni che dopo la domenica di campagna elettorale attaccano il governo della regione che attualmente si trova ancora senza un vice presidente nonchè assessore all’Agricoltura sospeso dall’incarico.

L’attacco dei 5 stelle

“Schifani sarebbe disposto a ricandidarsi? Lo farebbe a dispetto dei siciliani che non lo vogliono assolutamente nuovamente governatore, come dimostra il freschissimo sondaggio dell’istituto Swg che appena qualche giorno fa lo ha relegato all’ultimissimo posto tra presidenti di Regione. Del resto ci saremmo meravigliati del contrario, visto che finora al suo attivo ci sono solo disastri: dalla sanità all’agricoltura, dalla formazione, al caro-voli dallo smaltimento rifiuti al welfare, alle inesistenti campagne antincendio, solo per fare qualche esempio”.

Un governo tacciato di immobilismo

Nemmeno facendo un grossissimo sforzo ci sovviene da parte sua qualcosa di positivo: si è confermato un Re Mida al contrario, come e peggio di Musumeci. evidentemente quello che toccano nel centrodestra lo tramutano in cenere. E ogni riferimento alla Meloni non è per nulla casuale” afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.

“Anziché pensare a ricandidarsi e alle elezioni – conclude De Luca- Schifani pensi a nominare il nuovo assessore all’Agricoltura che sta morendo e i manager della sanità. Se continua a fare solo bassi interessi di bottega, i siciliani continueranno, giustamente, a bocciarlo”.

Silenzio Pd ma Schifani già aveva evitato di commentare i sondaggi

Un sondaggio, quello a cui fa riferimento il Movimento, che è stato diffuso in periodo elettorale anche se non riguarda direttamente le elezioni e che per questo non è stato commentato neanche occasionalmente dal governatore che al centrosinistra, in mattinata, aveva già mandato a dire che le loro alleanze non funzionano e non funzioneranno perchè non sono ideologiche ma elettorali

“Si sciolgono immediatamente dopo il voto perché non c’è intesa sui principali temi. A differenza di quanto avviene, invece, nel centrodestra, dove c’è una sintonia maggiore e più coesa tra le forze moderate”.