E’ considerato il capo mandamento di Bagheria, nel Palermitano. I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo hanno sequestrato beni per 800 mila euro a Nicolò Testa. Venne arrestato nel 2015 nell’operazione Panta Rei con l’accusa di avere diretto la famiglia mafiosa di Bagheria. Il provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo.

Un riferimento per il racket

Secondo le indagini dei militari il presunto capo della cosca di Bagheria sarebbe stato un punto di riferimento per la richiesta del pizzo in provincia. Prima ancora avrebbe avuto un ruolo nella gestione della latitanza di Bernardo Provenzano. Inoltre per lui una condanna in primo e secondo grado a 13 anni e 6 mesi di reclusione. Recentemente, esattamente nel giugno di quest’anno, Testa era tornato in libertà.

I beni sequestrati

A finire nel mirino degli inquirenti in questo provvedimento un’impresa edile con relativo complesso dei beni aziendali. Questi ultimi, in particolare, comprenderebbero ulteriori due imprese operanti nello stesso settore e numerosi mezzi di trasporto ed industriali. Figurano anche 3 appezzamenti di terreno, il 50% per cento di un appezzamento di un ulteriore fondo agricolo e una corte di 190 metri quadrati.

Altro sequestro nel 2020

C’è da dire che diversi esponenti di quel gruppo criminale individuato a suo tempo nell’operazione Panta Rei è finito nell’occhio del ciclone delle misure di prevenzione. Nel 2020 i carabinieri del nucleo investigativo di Palermo eseguirono un provvedimento di sequestro beni per 400 mila euro nei confronti di un altro di quegli indagati, Girolamo Ciresi di 72 anni, e accusato di fare parte della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Il provvedimento era stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Ciresi finì agli arresti domiciliari con l’accusa di essersi occupato di attività estorsive a imprese ed esercizi commerciali della zona.

Le indagini dei carabinieri avrebbero accertato che i beni di Ciresi sarebbero stati il frutto delle sue attività illecite. Apposti i sigilli per due appartamenti a Palermo e 18 rapporti bancari.