Archiviato il lungo pomeriggio della sfiducia al governo della Regione archiviata con 41 voti contro 26 e una ritrovata compattezza della maggioranza sul punto come era prevedibile ed inevitabile, l’Assemblea regionale siciliana è stata, adesso, riconvocata per martedì 9 dicembre con all’ordine del giorno l’avvio della sessione di bilancio.
Ma in attesa di cominciare a fare davvero sul serio incardinando la Legge di stabilità l’eco della vetrina ottenuta ieri dalle opposizioni sarà lunga e difficile da spegnere.
Per Schifani un bilancio di tre anni di attività
La votazione è giunta dopo quasi cinque ore di dibattito in Aula, al termine del quale Schifani è intervenuto per una replica. Il presidente ha tracciato un bilancio di tre anni di attività del suo governo illustrando i risultati conseguiti a partire dal risanamento dei conti pubblici, dai progressi in campo economico e occupazionale, dagli interventi infrastrutturali nei trasporti, nello smaltimento dei rifiuti e nel settore idrico, fino ai miglioramenti nella sanità, nelle politiche sociali e ambientali e nel turismo. Nel suo intervento, Schifani ha evidenziato, tra l’altro, l’ulteriore miglioramento del giudizio di Moody’s che ha portato il rating della Regione Siciliana da “speculativo” a “stabile” e gli interventi in favore del sistema delle imprese.
«La maggioranza ha dato prova oggi di grandissima compattezza – ha detto il presidente della Regione – un dibattito acceso nel quale ho ascoltato tutti. Quello che ho riscontrato è l’assenza di una controproposta da parte dell’opposizione. Noi andiamo avanti con il nostro programma – ha aggiunto Schifani – non ho mai avuto dubbi sull’esito di questa di questa votazione, anche perché siamo dalla parte del giusto. Abbiamo il diritto e il dovere di governare, ce l’hanno chiesto i siciliani, ci hanno investito di questo ruolo e dobbiamo portarlo avanti».
Schifani in Aula ha inoltre ricordato che nel 2002 aveva auspicato, così come poi è avvenuto anche grazie al suo impegno parlamentare, che la misura del carcere duro diventasse permanente e che venisse introdotto il sequestro “per equivalente” dei patrimoni mafiosi. E ha rivendicato le scelte del governo in difesa della legalità e per la prevenzione di rischi di infiltrazioni mafiose negli appalti della Regione. Infatti, il governo ha affidato i principali bandi a Invitalia e tutti i più importanti appalti sono sottoposti alla valutazione dell’Anac, tra questi quelli per i termovalorizzatori e per il polo pediatrico di Palermo.
Un pomeriggio di inutile esibizionismo
Il Presidente del Gruppo parlamentare di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, Stefano Pellegrino, è intervenuto in Aula nel dibattito sulla mozione di sfiducia contro il Presidente della Regione, Renato Schifani, definendo l’atto “puro esibizionismo delle opposizioni, prive di proposta poltica.”
Nel suo intervento, Pellegrino ha espresso “perplessità e meraviglia” per le parole di Antonio De Luca, che aveva parlato di “programmi fasulli”. “Non so dove viva – ha replicato Pellegrino – non solo abbiamo rispettato i programmi, ma li abbiamo anzi superati”. Il capogruppo di Forza Italia ha quindi elencato i risultati raggiunti dall’esecutivo regionale, sottolineando come la Sicilia abbia “non solo azzerato il disavanzo ma ottenuto un avanzo” e registri “un PIL in crescita in controtendenza rispetto al Meridione e rispetto persino al quadrilatero industriale del Nord”. “Per cosa sarà ricordato Schifani? – ha proseguito Pellegrino – Per aver contrastato il caro-voli, per aver combattuto la povertà e aver aiutato le famiglie, per aver sostenuto le famiglie che hanno il mutuo, per aver promosso politiche di investimenti in Sicilia, per aver avviato a soluzione il problema delle liste d’attesa, per aver stabilizzato i precari”. Questi, ha aggiunto, saranno i motivi per cui “non solo Schifani sarà ricordato, ma sarà anche premiato”. Pellegrino ha affrontato anche il tema dei termovalorizzatori, definendoli “strumento per contrastare le lobby dei monopolisti di fatto del settore rifiuti” e affermando che “rappresentano strumento di trasparenza e legalità”. “Questo governo e questa maggioranza – ha rimarcato – non prendono lezioni di legalità da parte di nessuno”.
“La Sicilia – ha concluso Pellegrino – ha bisogno di buon governo e non di show”.
Fratelli d’Italia: “Avanti insieme”
“Fratelli d’Italia da asse portante del centrodestra conferma con coerenza la propria fiducia al presidente della Regione: siamo e resteremo al fianco di Renato Schifani e della sua azione alla guida del governo in Sicilia” ha detto Giorgio Assenza, capogruppo all’Ars di FdI, motivando in aula il voto contrario del gruppo parlamentare alla mozione di sfiducia.
“Andremo avanti insieme per tutta la legislatura e ribadiamo i risultati raggiunti da questo governo regionale in continuità con quello precedente: i dati economici sono positivi, i flussi turistici in notevole aumento, la Sicilia è diventata sempre più attrattiva anche per investimenti di grandi gruppi internazionali, molto è stato fatto per la stabilizzazione dei precari e altro ancora faremo in riferimento a quelli degli enti locali. Prendiamo atto del fatto che evidentemente le opposizioni hanno presentato questa mozione di sfiducia per dare una prova della propria esistenza in vita e constatiamo con grande dispiacere che il dibattito in aula è stato contraddistinto anche da insulti che non fanno certo onore a chi li ha proferiti”.
Lega. “Mozione debole nella forma”
“Questa mozione nasce debole nella forma e inconsistente nella sostanza. È un documento che mescola fatti giudiziari, valutazioni politiche, opinioni personali, trasformando l’Aula in un tribunale immaginario. C’è una verità che questa mozione non osa guardare negli occhi: la Sicilia cresce, e lo certificano gli organismi indipendenti. La Banca d’Italia, nel suo ultimo rapporto regionale, ha rilevato che l’economia siciliana cresce più della media nazionale, trainata da investimenti pubblici e privati, turismo e infrastrutture. Lo confermano anche Unioncamere, Svimez, e i principali centri studi economici. Qui oggi non si discute il fallimento di un governo, ma il fallimento dell’opposizione nel proporre un’alternativa. Con il Governo Schifani è stato avviato un percorso di crescita senza precedenti” ha detto il capogruppo della Lega, Salvo Geraci.
“La Regione che per anni è stata simbolo di squilibrio oggi è tornata su un percorso di stabilità finanziaria. Nel rendiconto generale 2024, la Regione ha infatti azzerato il disavanzo e per la prima volta ha registrato un avanzo di amministrazione positivo pari a 2,15 miliardi di euro. Si tratta di un risultato importantissimo: basti pensare che nel 2015, anno in cui la Regione ha iniziato ad applicare il decreto legislativo 118, il disavanzo aveva raggiunto i 6,192 miliardi di euro e che alla fine del 2022 il disavanzo era ancora pari a 4 miliardi.In questa mozione c’è solo un atto dall’esito scontato, scritto non per aprire una crisi politica – che non esiste – ma per mettere in scena un esercizio di propaganda. Il Governo non è disposto a sottostare alle illazioni di un’opposizione che cerca fuori dalle azioni politiche e di governo di mettere in atto una campagna denigratoria. Le azioni dei singoli e le azioni svolte nell’esercizio delle proprie funzioni devono rimanere due cose distinte. il garantismo non è una spilletta da indossare col “vestito buono” nei giorni di festa, è asse portante delle democrazie liberali, principio fondamentale della Costituzione repubblicana, non è, come recita la mozione di sfiducia che stiamo discutendo quest’oggi, un “motivo per giustificare l’assenza di iniziative politiche” a scapito di soggetti che hanno ricevuto un mandato elettorale dai cittadini siciliani. In questa mozione c’è solo il tentativo, neanche troppo velato, di usare indagini giudiziarie come grimaldello per ribaltare ciò che i siciliani hanno scelto con il voto. E qui sta il vero punto politico: la mozione tenta di sostituire la volontà popolare con un meccanismo giustizialista che non appartiene alla nostra tradizione democratica”.
Unica controreplica pubblica
Le opposizioni incassano la imprevista sconfitta. Unica controreplica viene dal vice presidente dell’Ars Nuccio Di Paola che è anche coordinatore del Movimento 5 stelle. “Schifani e i suoi sono riusciti a difendere le proprie poltrone e le proprie buste paga a dispetto dei disastri che il governo regionale sta facendo e agli scandali che stanno travolgendo la maggioranza. Vuol dire che saranno i siciliani a mandarli a casa. È inammissibile, però, che chi governa con Cuffaro pretenda di darci lezioni di moralità, non lo accettiamo assolutamente. A proposito, il presidente scarichi, ma veramente, i cuffariani anche dal sottogoverno, non li faccia uscire dalla porta per poi farli rientrare dalla finestra, la finisca di buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica. I siciliani non hanno l’anello al naso”.
Una risposta più di pancia, derivante dall’esigenza di una difesa d’ufficio all’attacco del Presidente della Regione fatto al leader del Movimento Giuseppe Conte. Per il resto solo schermaglie social.
La vera sfida viene adesso ed è rappresentata proprio dalla Legge di stabilità dove si misurerà il grado di compattezza di questa maggioranza e anche delle opposizioni. Perché in aula è andato in scena anche l’attacco di Cateno De Luca a Nuccio Di Paola con un avvertimento lanciato dal leader di Sud Chiama Nord al coordinatore dei 5 stelle, ma anche al Pd: “Da gennaio vado avanti da solo”






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