“A questa questura mi accosto con grande rispetto verso una città, una provincia e una istituzione che ha pagato con un grande tributo di sangue il contrasto al fenomeno mafioso”. Lo ha detto il neo questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, incontrando i giornalisti alla caserma Lungaro di Palermo.

Laricchia, 62 anni, toscano, succede a Renato Cortese, a cui ha rinvolto un ringraziamento, “perché è un grande funzionario”.

“Credo che la cosa più importante per un uomo delle istituzioni – ha aggiunto Laricchia – sia ascoltare la voce dei cittadini. La nostra funzione è quella di servire i cittadini onesti come dice anche il Capo della polizia. L’ascolto è il primo passo che – ha proseguito – deve continuare a contraddistinguere l’azione di un dirigente della polizia di stato”.
Il neo questore di Palermo proviene da Brescia e prima ancora, da questore è stato a Lecce e Imperia.

“Il racket? A tutta la città dico di avere fiducia nella polizia nella questura: c’è una grande squadra che lavora senza risparmiarsi, con grande sacrificio. Siamo a disposizione della città”: ha precisato il neo questore.

Laricchia, ad Imperia nel 2016 si trovò a gestire il fenomeno migratorio e le vicende complesse legate all’attacco terroristico al Bataclan con la Francia che chiuse le frontiere mentre da questore a Brescia, ha dovuto gestire l’emergenza determinata dal coronavirus: “Brescia e Bergamo sono state l’epicentro dell’emergenza nei mesi scorsi – ha spiegato – in pieno lockdown, una situazione davvero complessa”.

Il neo questore non si è mai occupato di criminalità organizzata, mafiosa in particolare, ma ha le idee abbastanza chiare: “La mia nomina, credo sia stata determinata anche in quanto funzionario che ha esperienza nella gestione di situazioni complesse e Palermo, da questo punto di vista ha un profilo complesso sia dal punto di vista sociale, economico e criminale. Il mio è spirito di servizio – ha detto Laricchia – , non pretendo di insegnare nulla a nessuno perché qui si lavora con grande disponibilità: sono qui per coordinare e dirigere in modo che tutte le istituzioni e le articolazioni possano corrispondere alle esigenze in materia anche di criminalità organizzata”.

Ha poi precisato, parlando della attuale emergenza sanitaria: “La presa di coscienza della responsabilità di ognuno è indispensabile. Per battere il Covid serve essere responsabili. Non c’è alcun organo di polizia che può imporre le regole di distanziamento sociale. Ma è chiaro che siamo a disposizione per sanzionare chi dolosamente non rispetta le regole”.

Infine una riflessione sul fenomeno mafioso: “Matteo Messina Denaro ancora latitante? La lotta al fenomeno mafioso – ha detto Laricchia – non si può considerare conclusa, deve andare avanti con tutti gli strumenti investigativi e operativi nel coordinamento dell’autorità giudiziaria Non possiamo abbassare la guardia. Anche se sembrano inabissarsi non è che spariscono, probabilmente mutano. Il fatto che si spari meno o non si spari più non deve farci stare tra due guanciali”.