Che qualcosa dentro il movimento 5 stelle all’Ars stesse succedendo era chiaro da tempo. Gli effetti si sono visti in maniera chiara durante il voto della Finanziaria quando si è assistito a voti favorevoli contro il parere del movimento e astensioni non concordate che facevano seguito il chiaro dissenso di un deputato della prima ora e al secondo mandato, espulso per il suo dissenso: Sergio Tancredi

Tutte avvisaglie che sono andate oltre i si dice e che adesso esplodono in maniera chiara in una guerra aperta. A sancirla sono quattro dei venti deputati M5S a Palazzo dei Normanni con un post pubblicato sulle proprie pagine Facebook dal titolo eloquente “Verso quale movimento?”: si tratta di Matteo Mangiacavallo, Valentina Palmeri, Elena Pagana e Angela Foti, quest’ultima vicepresidente dell’Ars.

I quattro prendono posizione proprio in difesa di Sergio Tancredi, che formalmente è stato espulso recentemente dal movimento per mancate restituzioni ma ancora, sempre formalmente, iscritto al gruppo. “Inutile nascondersi dietro un dito, sono giorni difficili quelli che sta attraversando il gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle in Sicilia – si legge nel post -. Giorni difficili che hanno portato i nodi al pettine di un gruppo che non è più tale. Quando vengono meno i principi del dialogo, della solidarietà tra colleghi e del rispetto, valori che ci hanno guidato nel corso di otto lunghi anni, viene meno non solo lo spirito di un gruppo, ma anche il desiderio di farne parte, la voglia e i progetti per i quali si sta insieme”.

“E non ci riferiamo semplicemente ad una palese diversità di intenti tra quelli del ‘No’ e quelli delle ‘idee buone’ che non sono ne’ di destra ne’ di sinistra”. Sul profilo di Angela Foti compare anche una foto dei cinque ‘ribelli’ che a questo punto sono vicini all’addio. Le divisioni che da mesi si registrano all’interno della pattuglia pentastellata dell’Ars sono emerse in tutta la loro evidenza nel corso del dibattuto sulla Finanziaria regionale con Palmeri, Mangiacavallo, Pagana, Foti e Tancredi che hanno fatto gruppo presentando numerosi emendamenti con le proprie firme senza sottoscrivere le proposte dei colleghi M5S.

Una spaccatura certificata anche dal voto finale sulla manovra da 1,5 miliardi presentata dal governo Musumeci e approvata il 2 maggio: voto favorevole di Tancredi e astensioni, neanche a dirlo, di Palmeri, Mangiacavallo, Pagana e Foti che hanno consentito un via libera agevole alla Finanziaria targata centrodestra

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