Sono patologie ‘invisibili’, e spesso ne sono affette persone, anche giovani, che a prima vista sembrerebbero sane e con una normale qualità della vita.
Cinque milioni di persone, in tutto il mondo, convivono con la Malattia di Crohn o la Rettocolite Ulcerosa, patologie conosciute come Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI).
Oggi, come ogni 19 maggio da diversi anni, si celebra in tutto il mondo il World Ibd Day, la giornata dedicata alla sensibilizzazione su queste malattie.
Un gruppo di giovani siciliani, tutti pazienti dell’ospedale Cervello di Palermo, ha voluto realizzare un video, che vi proponiamo, con l’intento di diffondere un messaggio di speranza. Nel video, i ragazzi mostrano dei fogli con varie scritte, tra le quali “barcollo ma non mollo”.
A spiegare l’iniziativa è Roberta Manzo, 25 anni, palermitana.
“Le nostre – racconta a BlogSicilia – sono malattie per le quali non esistono cure definitive. Abbiamo trovato una ‘casa’ all’ospedale Cervello di Palermo, dove veniamo seguiti con grande scrupolosità. Abbiamo girato questo video perché vorremmo invitare, chi è affetto da queste patologie, e siamo purtroppo in tantissimi, a non arrendersi mai”. All’ospedale Cervello i ragazzi vengono seguiti dal professore Ambrogio Orlando, al quale sono molto legati, e usufruiscono anche di un servizio di supporto psicologico, che si concretizza nelle cure della dottoressa Maria Grazia Mortillaro.
Roberta ha scoperto la sua malattia quando aveva appena 12 anni. “In famiglia – aggiunge – anche la mia mamma ha una patologia dell’intestino cronica. Non si tratta di malattie ereditarie ma c’è comunque una forte componente di familiarità. La diagnosi di una malattia di questo tipo ovviamente ti cambia la vita“.
Cure e attenzioni. Questo chiedono i pazienti affetti da una malattia infiammatoria cronica dell’intestino.
Sono tantissimi gli iscritti alla A.M.I.C.I Onlus, l’associazione punto di riferimento per i malati.
“Chi ci guarda pensa che non abbiamo niente – dice Roberta – invece non è così”.
Tante le difficoltà per chi ha una patologia di questo tipo.
“Abbiamo molte limitazioni – racconta ancora Roberta -. Dobbiamo seguire una alimentazione precisa e abbiamo bisogno di avere sempre a disposizione una toilette. Non mancano inoltre i ricoveri ospedalieri e gli interventi chirurgici e molti pazienti, sottoposti ad ectomia, devono vivere con un ‘sacchettino’ attaccato alla pancia”.
Così l’idea di realizzare il video: “Giornalmente lottiamo, continuamente, e cerchiamo di andare avanti. A noi piace paragonarci a dei guerrieri, combattiamo contro tutte le difficoltà e se cadiamo siamo pronti a rialzarci”.
Commenta con Facebook