Il governo Musumeci ha affidato a un pool di avvocati il compito di redigere una relazione per quantificare i danni economici e di immagine che l’Anas ha procurato all’isola per non avere portato a termine alcuni cantieri ritenuti strategici e fondamentali. “Il 15 giugno il gruppo ci darà l’esito del lavoro e noi procederemo di conseguenza giudizialmente nei confronti di Anas”.

Lo annuncia il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, durante una conferenza stampa appositamente convocata.

Tante le opere che finiranno nel calderone delle verifiche legali. I punti di scontro fra la Regione e l’Anas sono numerosi e non si fermano al viadotto Himera ma continuano con la Nord Sud e con le strade dell’Ennese e del Nisseno. Un contenzioso più volte minacciato dalla Regione e che rischia di diventare anche uno scontro con lo Stato che, invece,difende Anas.

“Venti mesi fa il ministro per le Infrastrutture disse: ‘La Sicilia è ben oltre l’emergenza, buona parte delle strade provinciali è in condizione post bellica, propongo un commissario sul modello Genova’. Il ministro ci chiese di condividere il nome di un commissario straordinario, noi abbiamo proposto l’ingegnere Gianluca Javolella, provveditore opere pubbliche per la Sicilia: a quasi due anni di distanza, ancora da Roma non arriva alcun segnale. Su 14.500 km di strade provinciali, oltre il 50% è chiuso al traffico, la parte rimanente si presenta in una condizione di assoluta insicurezza” ha detto il presidente Nello Musumeci in conferenza stampa.

“La Regione non ha alcuna competenza sulla manutenzione delle strade provinciali, che rimane in capo alle Province – ha aggiunto – Nonostante tutto abbiamo messo a disposizione oltre 200 milioni per intervenire su alcune strade provinciali, ma sono rattoppi. Secondo i nostri tecnici servirebbe almeno 1 miliardo e mezzo di euro per rimettere in sesto le arterie provinciali”.

Il governo Musumeci chiede allo Stato poteri commissariali per tre anni con lo scopo di realizzare dieci opere pubbliche ritenute strategiche, adottando il ‘modello Genova’.

“Abbiamo posto più volte l’argomento alla cabina di regia della Conferenza delle Regioni, il premier ogni volta ha evitato di affrontare il tema – ha affermato Musumeci – Non chiediamo di applicare il ‘metodo Morandi’ per tutte le opere, ma per dieci opere che mettono in modo circa un miliardo di euro: dai 30 milioni della cittadella della cultura a Messina ai 700 milioni della Ct-Rg. Ci dica il governo centrale perché a Genova è possibile ricostruire un ponte in un anno, sul cui significato tutti ci siamo riconosciuti, e perché la stessa cosa non possa avvenire in una regione che ha un alto tasso di povertà, una dotazione infrastrutturale fra le ultime in Italia e tempi di realizzazione di 8-10 punti superiore alla media nazionale. Non stiamo chiedendo la luna o il dolce: siamo al pane”.

Intanto un countdown sul sito dell’Unione dei Siciliani – Sicilia Nazione, il Movimento che esprime anche l’assessore regionale all’Economia e Vice Presidente della Regione siciliana Gaetano Armao, per scandire il tempo che ancora manca alla riapertura del viadotto Himera.

Una forma di protesta per dire a chiare lettere che, dopo tanti rinvii, i siciliani non credono che sarà rispettata neanche la data del 31 luglio garantita dopo l’ultimo sopralluogo.

La storia è nota a tutti ma forse è il caso di ricordarne qualche tappa. Il 10 aprile 2015 si incrina il viadotto Himera (270 metri) nella corsia autostradale che va da Palermo a Catania. Il viadotto sarà poi demolito perchè impossibile ripararlo. Il 14 agosto 2018 crolla a Genova il Ponte Morandi (1067 metri) dell’autostrada A10. L’appalto per la ricostruzione dell’Himera è affidato dopo 3 anni. Quello per il Ponte Morandi dopo solo 3 mesi. Il costo del viadotto siciliano è di 11 milioni. Quello del ponte ligure è di 210 milioni.

I lavori a Genova sono già terminati e l’inaugurazione del nuovo ponte è fissata per il prossimo 15 luglio, 700 giorni esatti dopo il crollo. L’apertura del nuovo viadotto della Palermo Catania dopo cinque anni è stata invece ancora una volta rinviata. Il Viceministro delle infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, ha assicurato che l’ulteriore ritardo sarà solo di qualche mese e che il viadotto Himera riaprirà entro luglio.

Il 31 luglio saranno 1.939 giorni dal crollo. Quasi tre volte il tempo necessario in Liguria a fare un ponte quattro volte più lungo e venti volte più costoso.

“Noi non crediamo neanche a questa nuova scadenza – dicono dall’Unione dei siciliani – Non ci fidiamo né di Cancelleri, né tantomeno dell’ANAS che in Sicilia porta avanti tutti i lavori di sua competenza con una lentezza “lumachevole” (ci sia permesso il neologismo). E facciamo una proposta al viceministro Cancelleri: incontriamoci il primo Agosto sul Viadotto Himera. Se riaprirà, parteciperemo all’inaugurazione e presenteremo pubblicamente le nostre scuse al governo nazionale per aver dubitato. In caso contrario, chiediamo però che sia il Viceministro Cancelleri a nome del governo nazionale ad essere comunque presente e a presentare pubblicamente le scuse a tutto il popolo siciliano”.

L’Unione dei Siciliani – Sicilia Nazione invita quindi per il primo di agosto i siciliani di qualsiasi opinione politica a essere presenti sul Viadotto Himera e (nel caso, da noi ritenuto certo, che non sia aperto per quella data) a manifestare contro l’ANAS e il governo nazionale e a chiedere che vengano adottate in Sicilia per le opere pubbliche rilevanti le stesse regole, e le stesse deroghe alla normativa, che hanno consentito la rapida ricostruzione del ponte di Genova”.

Per scandire i tempo da lunedì è iniziato il countdown fino alla mezzanotte del 31 luglio sul sito dell’Unione dei siciliani.

 

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