La Sicilia potrà togliere i figli alle famiglie dei mafiosi. O meglio le mogli, le compagne e i figli dei mafiosi che vogliono affrancarsi dal contesto criminale in cui crescono potranno farlo grazie al sostegno della Regione. E’ l’esito di una legge regionale approvata all’unanimità all’Ars. Naturalmente la norma non può incidere sul fronte penale ma a quello pensano i tribunali dei minori, offre, invece, uno strumento di sostegno sociale che gli stessi tribunali dei minori posso utilizzare per applicare le disposizioni e “liberare” realmente i ragazzi dal giogo della famiglia mafiosa e dalla cultura criminale.
E’ una legge figlia di un protocollo d’intesa che ha avuto origine a Catania. Di fatto è stata pensata dal presidente del Tribunale dei Minori Roberto Di Bella. Per una volta, come già avvenuto co la legge contro il crack, l’Ars ha mostrato maturità politica approvando una norma con importanti ricadute sociali, senza distinzioni di parte politica.
La soddisfazione dell’assessore Turano
“Con l’approvazione della legge ‘Liberi di scegliere’, diamo una concreta alternativa di vita e prospettiva di riscatto ai minori provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata o vittime della violenza mafiosa e ai familiari che si dissociano dalle logiche criminali dice l’assessore all’Istruzione e alla formazione professionale Mimmo Turano, esprimendo soddisfazione per l’approvazione oggi all’Assemblea regionale siciliana della legge che nasce dal percorso avviato con il protocollo d’intesa siglato tra Regione, Usr Sicilia e l’associazione culturale bene sociale “Biesse” per la realizzazione del progetto denominato ‘Giustizia e Umanità – Liberi di scegliere’, ispirato all’opera del giudice minorile e presidente del Tribunale per i minori di Catania Roberto Di Bella.
“La legge approvata dal Parlamento siciliano – aggiunge Turano – si pone l’obiettivo di contrastare la povertà educativa, la dispersione scolastica, la devianza minorile, coinvolgendo scuole e centri di aggregazione e promuovendo la cultura della legalità. E di questo vado particolarmente fiero, perché la lotta alla mafia comincia dai banchi di scuola”.
Plaude la Commissione Antimafia
“ È il segnale concreto che nessuno ha un destino segnato per sempre e che dalla mafia si può uscire e ci si può affrancare” commenta il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici. Si tratta di una norma che mutua proprio il protocollo ideato dal presidente del tribunale per i minori di Catania, Roberto Di Bella, applicato prima nei contesti di ‘Ndrangheta in Calabria e poi in Sicilia.
Ma l’Ars è andata oltre approvando anche una seconda norma. Si tratta in questo caso di una legge voto indirizzata alle camere e che punta all’istituzione di una giornata nazionale Antiracket “Andrebbe istituita il 10 gennaio, in memoria di Libero Grassi, nella stessa data in cui l’imprenditore, Libero di nome e di fatto, con una lettera indirizzata ai ‘Cari estortori’ e pubblicata dal Giornale di Sicilia, denunciava le richieste di pizzo alla sua azienda. Una data importante che servirà a ricordare il coraggio di un imprenditore che non voleva rinunciare alla propria dignità e non intendeva dividere le proprie scelte con i mafiosi” aggiunge ancora il presidente dell’Antimafia Antonello Cracolici.
Gli fa eco Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana: “Il parlamento siciliano ha varato norme qualificanti sulle quali le forze politiche hanno trovato una sintesi e un’unità di fondo. Sul tema dei minori ho lavorato da componente della commissione regionale Antimafia, anche nella passata legislatura, con un’indagine sulle condizioni che vivono in contesti criminali, dove l’individualità viene schiacciata dalla dottrina malavitosa e dal coinvolgimento in attività illecite. Su questi aspetti, proprio l’Antimafia regionale raccolse i suggerimenti del presidente del tribunale dei Minori di Catania Roberto Di Bella”.
Dalla Schillaci, ,però, arriva la nota polemica “Mi auguro che questa nuova legge non abbia la stessa sorte delle norme sul contrasto alle tossicodipendenze che, ad oggi, non trovano applicazione per il mancato varo dei decreti attuativi da parte del governo regionale. Così come auspico che la Regione si doti un numero adeguato di assistenti sociali e di psicologi per sostenere e supportare i figli e i congiunti di boss mafiosi che anelano ad una vita diversa uscendo da una situazione di destino tristemente segnato”.
Grande Sicilia plaude alla norma
“Oggi questa Aula ha compiuto un atto di grande maturità e responsabilità politica, ma anche un atto di avanguardia nelle politiche sociali e nella lotta alla devianza minorile” dice Giuseppe Lombardo, deputato regionale di Grande Sicilia e componente della VI commissione, che sottolinea come l’approvazione sia avvenuta all’unanimità per quel che riguarda il disegno di legge “Liberi di Scegliere”, ispirato dall’esperienza del Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catania, dott. Roberto Di Bella.
“È stato un lavoro lungo, complicato, articolato, ma appassionato – ha sottolineato Lombardo durante il suo intervento in Aula – un percorso condiviso all’interno della VI Commissione, che ha portato a un testo arricchito e rafforzato nella sua efficacia”.
Il Ddl, ora legge, eleva a sistema normativo le buone prassi sviluppate in particolare nella città di Catania, consolidando un modello di intervento coordinato per la protezione dei minori a rischio. Il provvedimento prevede una rete istituzionale integrata, che coinvolge Prefetture, autorità giudiziaria minorile e ordinaria, forze dell’ordine, servizi sociali dei comuni e delle ASP e istituzioni scolastiche.
“Un modello che punta ad allontanare i minori dai contesti familiari criminali – ha aggiunto Lombardo – e che, in alcuni casi, può cambiare radicalmente il destino dei nostri ragazzi”.
Il 5 stelle Gilistro
“I nostri ragazzi non vanno lasciati soli, i rischi per chi vive in contesti mafiosi sono tanti, ma anche per chi vive in contesti connotati da basso livello socioculturale, dove ai bambini, anche in tenerissima età, vengono affidati telefonini ed altre apparecchiature digitali cui viene pericolosamente delegato il ruolo di baby sitter con conseguenze spesso devastanti” afferma il deputato M5S Carlo Gilistro, componente della commissione Salute dell’Ars.
“Dobbiamo creare – dice Gilistro – spazi di aggregazione sociale che al Sud mancano e che alla lunga contribuiscono all’esplosione del ritiro sociale e ad alimentare il cosiddetto fenomeno, che sta raggiungendo dimensioni veramente preoccupanti, degli hikikomori, cioè dei ragazzi chiusi in casa che hanno contatti col mondo solo attraverso gli apparecchi digitali”






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