La sanità scende in piazza. Cgil e Pd hanno inscenato, questa mattina, un sit in davanti l’assessorato regionale per chiedere una sanità migliore, che rispetti i livelli essenziali di assistenza, che abbatta drasticamente le liste d’attesa, che paghi gli operatori del sistema.
Sicilia in coda fra le regioni italiane
Nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea), la Sicilia è tra le ultime regioni d’Italia e non raggiunge la soglia della sufficienza nell’area della prevenzione e in quella distrettuale secondo il monitoraggio del ministero della Salute attraverso gli indicatori Core del nuovo sistema di garanzia per l’anno 2023, aggiornato ad aprile di 2025.
Il nuovo sistema prende in considerazione 88 indicatori relativi a tre macro aree – la prevenzione collettiva e sanità pubblica, l’assistenza distrettuale e quella ospedaliera – indicando in 60 la soglia della sufficienza. La Sicilia nella prevenzione si ferma a 49 ed è l’ultima regione d’Italia, nell’area distrettuale a 44 ( fanno peggio solo la Calabria e la Valle D’Aosta). Supera l’esame, con quotazione 80, solo nell’area ospedaliera, dove sotto la soglia si colloca solo la valle D’Aosta.
La protesta della Cgil
Da questo dato parte la protesta della Cgil Sicilia “Si tratta di una conferma- dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- di una situazione nota. La sanità siciliana- aggiunge- è spesso alla ribalta della cronaca per casi di malasanità. Ma il problema è più sottile- rileva- in quanto permea tutto un sistema caratterizzato dalla debolezza della medicina territoriale, da lunghe liste d’attesa, dalla impossibilità di un accesso alla prevenzione che riguardi tutti e che alla fine garantisca il diritto alla salute per tutti”.
Mannino afferma che “di una situazione che non va a soluzione sono responsabili il Governo nazionale con i continui tagli alla sanità e il governo regionale che gestisce il settore come una torta da spartire per consolidare il proprio sistema di potere”.
Per Mannino è ad esempio “scandalosa la vicenda della direzione generale dell’Asp di Palermo, ancora senza direttore generale”. Inoltre, aggiunge “sulle zone d’ombra che emergono e sulle denunce di casi gravi che minano la credibilità del sistema, occorrono immediate verifiche, per restituire credibilità alla sanità pubblica”.
Afferma Mannino: “Il presidente della regione non può limitarsi a sbraitare contro i casi di mala gestione locale, se non si provvede a dotare le aziende di direzioni credibili e qualificate e se non si fa un piano sanitario che tenga conto della revisione della rete ospedaliera, della necessità di implementare e rafforzare la medicina territoriale e singoli settori, ad esempio i consultori. Se non si investe, a cominciare dal personale, perché una sanità pubblica sotto organico, che obbliga medici e personale tutto a lavorare in cattive condizioni tant’è che molti scappano verso il privato- rimarca il segretario della Cgil- non può funzionare”.
Mannino ricorda che la Cgil da tempo chiede un piano straordinario di stabilizzazioni e assunzioni e un nuovo piano sanitario regionale, “ma il governo regionale- conclude Mannino- continua ad andare avanti con politiche di natura clientelare che nulla hanno a che vedere col diritto alla salute che, in Sicilia, è ancora sostanzialmente negato”.
Convocati per il 6 giugno
Oggi l’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni, era assente e i rappresentanti sindacali hanno declinato l’invito a incontrare il suo staff, ricevendo poi la convocazione per il 6 giugno.

“Ci saremo- dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino- ma non siamo interessati a riunioni interlocutorie, è da più di un anno che sulle azioni concrete si va avanti con continui rinvii. Ma oggi il tempo è scaduto- sottolinea- è il tempo delle risposte. Siamo stanchi di vedere una sanità, settore importantissimo, – sottolinea Mannino- ostaggio di logiche politico- spartitorie, terreno di sprechi e clientele e in mano a un governo che non mostra l’autorevolezza necessaria a disegnare un quadro coerente e credibile di riordino e di rilancio del sistema pubblico da attuare subito. Per il 6 ci auguriamo ci siano risposte certe nei tempi e nei contenuti- dice il segretario della Cgil- altrimenti si andrà alla mobilitazione generale, coinvolgendo quanti tra forze politiche e forze sociali condividono i nostri obiettivi”.
“E’ vergognoso quello che si fa patire ai cittadini”, afferma Renato Costa, responsabile per la sanità alla Cgil Sicilia. Negli ospedali è difficile lavorare, vanno avanti solo i privati foraggiati dal pubblico. E paradossalmente si scaricano le responsabilità delle cose che non funzionano sui medici. Di fatto siamo tornati indietro di trent’anni. Non è più tempo di aspettare, le risposte devono arrivare subito”.
“Siamo in piazza oggi per rivendicare ancora una volta il diritto alla salute che in Sicilia viene mortificato e negato – afferma Maria Concetta Balistreri, segretaria generale dello Spi Cgil Sicilia”. Abbiamo bisogno di ospedali sicuri, di medici e infermieri che siano messi nelle condizioni di lavorare , di risposte al bisogno di salute . Di una presa di coscienza della situazione da parte amministratori pubblici cui segua l’opportuna iniziativa”.
Aggiunge Gaetano Agliozzo, segretario generale regionale della Funzione pubblica Cgil: “Chiediamo al governo da tempo un ragionamento serio su quello che deve essere il modello sanitario nella nostra regione. La situazione è drammatica: liste d’attesa che non vengono smaltite, carenza di personale, aggressioni nei Pronto soccorso e negli ospedali. Noi chiediamo un progetto specifico che lasci comprendere cosa intende fare il governo per dare un assetto strutturale alla nuova rete sanitaria della regione. La protesta continuerà finche non avremo risposte”.
Il Pd in piazza con la Cgil

“Siamo qui assieme alla Cgil perché vogliamo difendere la sanità pubblica che soffre la mancanza di programmazione da parte di un governo troppo preso dalla gestione del potere e delle poltrone, per concentrarsi sul diritto alla salute dei cittadini e migliorare il servizio sanitario. In questi anni abbiamo invece visto un progressivo disinteresse, voluto, nei confronti del sistema sanitario siciliano a tutto vantaggio di quello privato. Mancano le assunzioni di medici e personale e chi c’è deve fare i salti mortali per garantire il servizio, con turni massacranti e spesso subendo anche aggressioni da parte di familiari esasperati. In tanti preferiscono rinunciare al posto pubblico in corsia. Quando si governa non basta presenziare a cerimonie e inaugurazioni a favore di telecamere ma occorre assumersi la responsabilità in prima persona anche dei fallimenti”. Lo dichiarano la deputata regionale Valentina Chinnici e Sergio Lima, componente della direzione nazionale del Pd, a margine della manifestazione indetta dalla Cgil sotto la sede dell’assessorato regionale alla Salute per chiedere un servizio sanitario pubblico rafforzato ed efficiente e la politica del governo che ha paralizzato il sistema rendendolo carente.
Il buco nei conti della sanità
Il buco nei conti della sanità viene da lontano e per rimettere in sesto il sistema serve ancora tempo. Bisogna allineare i pagamenti nei confronti di tute le strutture sanitarie sia pubbliche che convenzionate.
La replica della Regione
Il Governo regionale ha scelto di intervenire per rispettare, quanto più possibile, gli accordi già sottoscritti negli anni precedenti con gli operatori sanitari privati accreditati per garantire la copertura finanziaria delle prestazioni sanitarie di “alta complessità” relative al 2023. L’assessorato della Salute sta recuperando le risorse necessarie per colmare un vuoto finanziario ereditato e mantenere così un rapporto stabile e trasparente con tutte le componenti del sistema sanitario regionale.
Schifani: “Agiamo con senso di responsabilità”
“Abbiamo scelto di agire con senso di responsabilità – dichiara il presidente della Regione Renato Schifani – perché riteniamo doveroso dare seguito agli impegni presi in passato, ma rimasti senza copertura. Questo intervento è il segno di una Regione che vuole essere credibile, affidabile e vicina a chi ogni giorno opera per garantire salute e assistenza sul nostro territorio. Valorizzare le risorse sanitarie regionali significa anche sostenere chi contribuisce concretamente al funzionamento del sistema. La sanità siciliana è impegnata nel rafforzamento della propria capacità di diagnosi e cura, puntando sulla qualità dell’offerta territoriale per ridurre il ricorso alle cure fuori regione e migliorare l’accessibilità ai servizi per tutti i cittadini”.
Faraoni “Contributo essenziale dai convenzionati”
“In questa sfida – aggiunge l’assessore alla Salute Daniela Faraoni – un contributo essenziale arriva anche dagli operatori sanitari privati accreditati che, con le loro competenze e gli investimenti, intercettano un fabbisogno sanitario crescente e forniscono risposte qualificate in Sicilia, evitando ai cittadini viaggi onerosi e disagi. La valorizzazione delle prestazioni di alta complessità attraverso strumenti di finanziamento dedicati è parte di una strategia più ampia per rendere la sanità siciliana più equa ed efficiente”.
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