Pagare le sigarette 5 euro in più a pacchetto. È questa la proposta dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) per risanare le casse del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e combattere il fumo, responsabile di migliaia di morti ogni anno. L’aumento, secondo l’AIOM, potrebbe generare fino a 13,8 miliardi di euro di risorse aggiuntive.
La tassa di scopo contro il tumore al polmone
L’AIOM ha lanciato la campagna “SOStenereSSN”, dichiarando guerra al tabagismo, principale causa di tumore al polmone. Il presidente AIOM, Francesco Perrone, ha sottolineato l’urgenza di intervenire: il fumo provoca il 90% dei 40.000 nuovi casi di tumore al polmone diagnosticati ogni anno in Italia. La tassa di scopo di be 5 auro, oltre a finanziare il SSN, mirerebbe a disincentivare il consumo di sigarette.
Il costo sociale del fumo: 93.000 morti all’anno
Il fumo rappresenta un’emergenza sanitaria e sociale, con oltre 93.000 morti all’anno e costi per la società superiori ai 26 miliardi di euro. L’abitudine al fumo è in crescita, soprattutto tra le donne, con un conseguente aumento dei casi di tumore al polmone. “Non esiste una soglia di consumo di sigarette che non sia dannosa”, avverte Saverio Cinieri, presidente della Fondazione AIOM.
Sigarette, prezzi a confronto: l’Italia è ancora “economica”
L’AIOM smentisce l’idea che le sigarette in Italia siano già care. Un pacchetto costa in media 6,20 euro, meno che in molti altri paesi europei, come Inghilterra (12 euro) e Francia (12,50 euro). Anche gli Stati Uniti hanno prezzi più elevati, intorno agli 8 dollari a pacchetto. L’aumento di 5 euro allineerebbe l’Italia agli standard internazionali, disincentivando il consumo.
Italiani favorevoli all’aumento per finanziare il SSN
Secondo un’indagine dell’Istituto Mario Negri, il 62% degli italiani è favorevole a una tassa di scopo sulle sigarette, destinando i proventi al SSN. L’aumento del prezzo, secondo la Banca Mondiale, è una delle strategie più efficaci per ridurre il consumo di tabacco. La vicepresidente del Senato, Domenica Castellone, appoggia la proposta e ha annunciato emendamenti alla manovra. Si valuta anche la possibilità di un’iniziativa popolare. Una proposta simile era già stata avanzata nel 2014 dall’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ma senza successo. Che sia la volta buona?
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