Le prebende ci sono e non sono poche, le piogge di denaro con scarsa programmazione non mancano, pezzi di tabella h mascherati qua e là nemmeno eppure non esiste una sola categoria che possa dirsi fortunata, tutelata, salvaguardata.
La legge di stabilità 2016 sarà ricordata come la norma che è riuscita nel difficile compito di aver messo d’accordo tutti sul non essere d’accordo. Non ci sono soldi per lo sviluppo, ci sono soldi, ma davvero pochi, per le disabilità, per il sostegno alle categorie più deboli, per disoccupati, inoccupati e per la povertà.
Ci sono soldi, ma sempre pochi, per i danni in agricoltura, e non bastano neanche i soldi per i Comuni siciliani. Non soltanto quelli in difficoltà ma anche i comuni in regime ordinario rischiano di andare in default nel corso del 2016 continuando così.
Unico intervento a sostegno della disperazione economica e lavorativa sono i Cantieri Lavoro, lo strumento tampone più antico e abusato che esista ma dotato di 100 milioni di euro. In assenza di idee, soldi e progetti almeno questo è qualcosa per tamponare il dramma sociale
Ma c’è di peggio. i soldi per aiutare i comuni in crisi l’Ars li ha prelevati dal Fondo Pensioni dei dipendenti regionali. Gli esperti rassicurano che questo non avrà conseguenze sulle pensioni ma di fatto resta che si tratta di un ulteriore prestito. Anzi un ‘autoprestito’. La regione ammette di non avere possibilità e riprendere dagli accantonamenti i soldi per i comuni lasciando scontenti anche gli stessi comuni perché i soldi non bastano. e queste prestito, poi, quando mai potrà essere restituito. Alla fine o ne pagheranno il prezzo le pensioni o ci vorrà una manovra, a tempo debito, per prendere in prestito altrove e rimettere dove è stato oggi maldestramente tolto.
In questo clima oggi, domenica, continua l’analisi di una finanziaria senza anima, trasformata in un elenco di spese e spesucce con una serie di magheggi fatti per trovare soldi che non ci sono e senza la benché minima programmazione.
A forza di giocare a ‘questa vince e questa perde’ anche il mazziere sembra aver perso di vista l’asso. ma sia come sia domani la legge di stabilità (sembra sarcastico il nome che le è stato dato) domani dovrà vedere la luce.
L’ultima grande beffa riguarda trivelle e royalties con uno scontro la fulmicotone fra l’ormai piddino Nello Dipasquale e i 5 stelle.
“La bocciatura della norma sulle royalties determina un grave danno alla Sicilia e fa emergere la profonda inadeguatezza della classe di amministratori del Movimento 5 Stelle” dice Nello Dipasquale, dopo la bocciatura (con voto segreto) del comma 19 dell’articolo 8 della finanziaria in discussione all’Ars. La norma prevedeva che i comuni potessero utilizzare le somme derivanti dalle royalties solo per interventi di riqualificazione urbana, riduzione della pressione fiscale, tutela dei siti Unesco o servizi di assistenza ai disabili.
“Il motivo per cui i 5 Stelle hanno voluto bocciare la norma? E’ semplice – dice Dispaquale – perché il loro sindaco a Ragusa ha utilizzato oltre 20 milioni di euro di fondi derivanti da royalties per spesa corrente. Ho già presentato un esposto alla Corte dei Conti sull’utilizzo dei fondi da parte del comune di Ragusa”.
“Oltretutto – aggiunge – è curioso che a difendere le royalties siano proprio i grillini, che si dichiarano contrari alle trivelle. Evidentemente quando le royalties sono un ‘tesoretto’ che può essere utilizzato da un loro sindaco, cambiano idea…”.
Con la bocciatura della norma, oltretutto, viene cancellata anche la ‘legge su Ibla’ che avrebbe destinato cinque milioni di euro a Ragusa Ibla. “E’ stato un voto suicida – conclude Dipasquale – avevo faticato per recuperare questa norma inserendola nell’articolo 8, ma la volontà cieca dei grillini di cancellare un articolo per loro ‘scomodo’ non ha guardato in faccia nessuno. Ma se qualcuno pensa di aver chiuso il capitolo, si sbaglia: la battaglia è appena iniziata”.
Ma per i 5 stelle si trattava solo un goffo tentativo di entrare a gamba tesa in campagna elettorale “nel modo più becero possibile che esista. Che questa fosse una norma sbagliata – dicono i parlamentari Cinquestelle – non lo diciamo solo noi, lo dicono i numeri (45 voti contro 28) e il fatto che non sia stata nemmeno votata dai suoi compagni di partito, a conferma dei dubbi e del disappunto che persino il Pd ha manifestato nei confronti di questo provvedimento”, e aggiungono: “assurdo persino lo show di queste ore su chi ha sostenuto il voto segreto, tra questi troviamo proprio lui, lo stesso deputato Nello Dipasquale.
Il M5S, ricordiamo, aveva presentato in commissione un emendamento per finanziare tutti i siti Unesco presenti in Sicilia, come azione condivisa e solidale, e senza logiche o interessi di parte. “Se avesse voluto, l’ex sindaco di Ragusa, – affermano i 5 Stelle – avrebbe potuto impiegare le sue forze per sostenere il nostro emendamento. E oggi, probabilmente, si parlerebbe di una nuova ed efficace legge per tutelare il nostro importantissimo patrimonio storico e naturalistico”.
“Possiamo anche iniziare a parlare di una riforma del sistema royalties – concludono i deputati Cinquestelle – ma non è certo questo un argomento da “due righe in finanziaria”; sarebbe opportuno che il testo, completo e organico, passasse prima dalla valutazione delle commissioni di merito e quindi in Aula, così da essere analizzato e votato nelle sue parti”.
Oggi si lavora dalle 10 in poi. Domani alle 16 è già convocata la seduta per i voti finale. nel mezzo ci dovrà essere un passaggio in giunta per allineare bilancio e finanziaria una volta completata anche quella. Poi si ricomincerà a cercar soldi a Roma col cappello in mano visto che di trattenere i 500 milioni incassati da Riscossione Sicilia applicando la recente sentenza della Corte Costituzionale non si parla più. Anzi Crocetta si prepara a venderla Riscossione Sicilia ad Equitalia in modo che la dismissione sia completa
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