Il sì definitivo alla manovrina di Natale è arrivato a tarda ora. Una distribuzione di risorse per poco meno di un centinaio di milioni per varie categorie. Ma le risorse non sarebbero certe, tutt’altro. Ed è scritto chiaro nella stessa manovra di variazioni di blancio  “La copertura della manovra di variazioni è assicurata, in parte mediante riduzioni di autorizzazioni di spesa, ed in parte a valere sulle risorse derivanti dal differimento della quota del 2020 del ripiano del disavanzo, sulla base della modifica delle Norme di attuazione in materia di rapporti finanziari, in corso di definizione con lo Stato”, si legge nel testo del documento.

Ad ogni modo le variazioni trovano fondi per fare diverse cose. La parte del leone spetta ai forestali che ottengono 33 milioni distanziamento in bilancio e i precari con 5 milioni e 600 mila euro per Asu e Pip (oltre mezzo mlione per gl stipendi della Resais). Ci sono, poi 4 milioni e mezzo o poco più per parchi e riserve, (3,4 per iparchi, 1,2 per le riserve).

“Salvataggio” da 2 milioni e mezzo per Siciliacque e da quasi 2 milioni (1,9) per  l’IRVO l’istituto regionale della Vite e dell’Olio.

Nel mezzo della polemica con gli industriali sul disastro della riforma delle aree industriali l’Ars stanzia 2 milioni e 400 mila euro per l’Irsap.

Fra i salvataggi rientrano anche le somme per l’aeroporto di Comiso (1,7 milioni) e per quello di Trapani con la previsione di ricapitalizzazione dell’Airgest; 1 milione per l’Amat di Palermo per garantire gli stipendi visti gli effetti del calo degli incassi da pandemia (l’azienda trasporti del capolugo la crisi la vive perennemente) e le risorse per i Comuni dichiarati zona rossa per i quali si prevedono circa 1 milione di euro.

Ma le opposizioni urlano all’ennesima manovra fatta con denaro che non esiste, fittizzia “Una manovra senza fondamento che si basa in buona parte sul fondo destinato alla copertura per le minori entrate. Il governo sta pericolosamente imboccando un tunnel senza via di uscita mortificando le regole della contabilità pubblica e mettendo a rischio la manovra finanziaria ed il futuro economico della Regione” sostiene Giuseppe Lupo capogruppo Pd all’Ars.

“Sono troppi i nodi da sciogliere a partire ovviamente dai fondi da utilizzare – ha continuato Lupo – fino al discutibile iter che il governo sta seguendo proponendo l’esame delle variazioni bilancio quando mancano pochi giorni alla scadenza del termine ultimo per il varo dell’esercizio provvisorio e togliendo al parlamento, visti i tempi ristretti, qualunque possibilità di analisi del testo presentato. Per non parlare – ha aggiunto il parlamentare Pd – dell’annuncio della volontà di incardinare un nuovo disegno di legge che ha tutto l’aspetto di una vera e propria anticipazione della finanziaria che rischia di trascinare l’Ars nel vortice dei ‘collegati’ che già lo scorso anno ha fatto ridere amaramente i siciliani. Il presidente Musumeci apra gli occhi e concentri gli sforzi del governo sul varo dell’esercizio provvisorio i cui termini scadranno fra pochi giorni e che appare indispensabile per onorare le spese indispensabili della regione”.

Simile la posizione dei 5 stelle “Non c’è niente fare, le manovre con coperture molto incerte, stanno divenendo il marchio di fabbrica del governo Musumeci. Era accaduto con la cosiddetta Finanziaria di guerra, incentrata sulla rimodulazione dei fondi europei, si sta riproponendo ora con il ddl sulle variazioni di bilancio, costruito con una clausola di salvaguardia che si basa non su una norma, ma su una proposta di norma, l’articolo 7 del decreto legislativo 27 dicembre 2019, numero 158, attualmente all’esame del consiglio dei ministri. Mi pare un modo di legiferare veramente folle” afferma il deputato M5S Luigi Sunseri, componente della commissione Bilancio dell’Ars.

“Se dovesse crollare il pilastro dell’ok di Roma – continua Sunseri – con le somme dell’articolo 111 del dl 34 potremo coprire solo le spese obbligatorie che non possiamo coprire per mancate entrate dovute al Covid, non finanziare nuova spesa”.

Sottolinea l’anomala copertura del ddl anche l’altro deputato 5stelle della commissione Bilancio, Nuccio Di Paola.
“In meno di 24 ore – dice il deputato – dall’ok in commissione Bilancio all’arrivo oggi in aula, abbiamo visto ridurre il fondo conteziosi di ben 12 milioni di euro, passato da meno 50 milioni a meno 62. E questo a riprova delle coperture ballerine previste dal governo. Non è ammissibile che si saccheggi il fondo in questo modo, e ciò è dovuto anche alla mancanza della banca dati sui contenziosi che ci chiede da tempo la Corte dei Conti, su cui il governo continua a dormire”.

“La cosa assurda – continua Di Paola – è che a Siciliacque andranno 2,5 milioni di euro che non arrivano dal fondo contenziosi”. Sulla questione Siciliacque, la società che gestisce il cosiddetto ‘sovrambito idrico’ regionale le cui quote sono detenute dalla Regione Siciliana interviene il deputato Giovanni Di Caro. “Il paradosso – afferma Di Caro – è che la società, che nel frattempo ha quasi raddoppiato lo stipendio ai propri dirigenti, ha un contenzioso per diversi milioni con la stessa Regione che gestisce alcune quote. Nel frattempo Sicilacque continua a vendere l’acqua agli enti gestori, compreso l’ex Girgenti Acque, al prezzo più caro d’Italia”.

 

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