Si conclude oggi la seconda edizione di una settimana di iniziative che ha voluto e permesso la ricostruzione della memoria riguardo la rivolta popolare del Sette e Mezzo del 16 settembre 1866 a Palermo, un pezzo della nostra storia sepolta sotto le verità ufficiali.

Centinaia di persone di tutte le età hanno partecipato ai diversi eventi che, abbracciando tutte le dimensioni della cultura, hanno fatto riemergere le tradizioni e le radici siciliane. Ieri sera, nonostante i divieti e gli ostacoli posti dalla questura per impedire l’autorizzazione di un evento, in pubblica piazza, di musiche e danze siciliane un fiume di persone ha attraversato, con una festosa parata musicale, le stesse strade in cui i nostri concittadini si sono battuti per la libertà contro lo stato Italiano.

Oggi ci si congeda con un corteo popolare per l’Amnistia indetto dalla redazione Antudo.info e dal centro sociale Anomalia e che, partendo alle ore 18.00 da Largo Alfano nel quartiere di Borgo Vecchio, mirerà ad accendere i riflettori sul sovraffollamento delle carceri e le disumane condizioni di vita dei detenuti.

“Si continuerà a ripercorrere la storia di quelle giornate in cui i rivoltosi assaltarono il carcere dell’Ucciardone per liberare i detenuti attualizzando, così, una battaglia contro lo strumento punitivo del carcere. Giungendo sino al carcere dell’Ucciardone si rivendicherà, insieme ai detenuti e le loro famiglie, amnistia contro il sovraffollamento, stop alla dispersione dei detenuti affinché la pena venga scontata nella propria città di appartenenza e vengano così evitati alle famiglie gli esosi costi economici che implicano i diversi spostamenti per i colloqui” si legge in una nota.

Il corteo, che giungerà al carcere dell’Ucciardone, è stato indetto dal centro sociale Anomalia e dalla redazione Antudo.info

Emmanuele Surdi del centro sociale Anomalia spiega: “Carceri sempre più affollate, condizioni di vita dei detenuti sempre più inumane ci indicano che l’Amnistia è la risposta, oggi più che mai, urgente e necessaria. L’ultima fu concessa nel 1990. Dati alla mano il numero di detenuti in Italia sfiora quota 57mila (56.817),in netto aumento rispetto agli anni precedenti, con un tasso di sovraffollamento pari al 113,2%. Nello specifico poi i detenuti provengono prevalentemente dal meridione d’italia: 10.029 sono di origine campana, 7.253 sono siciliani e 4.179 sono pugliesi. Pensate che in molte carceri si torna a scendere sotto lo spazio minimo previsto di 3 mq per detenuto e in più del 70% delle carceri le celle sono sprovviste di doccia. Come un bollettino di guerra, ogni giorno i quotidiani ci informano di un nuovo suicidio in cella. Per citarne uno Donato Capace, 38 anni, è l’ennesima vittima di un sistema carcerario disumano. Si è suicidato lo scorso 18 agosto nella casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto aggiungendosi ai 38 suicidi dall’inizio dell’anno oltre ai 38 morti per altre cause! L’aumento del tasso dei suicidi nelle carceri italiane va di pari passo al peggioramento delle condizioni di vita e igienico sanitarie in cella.Le condizioni dei detenuti sono rese ancora più difficili se si aggiungono trasferimenti fuori dai comuni di residenza dei familiari per i quali si fa molto complesso recarsi ai colloqui. Molte famiglie vivono difficoltà economiche, oppure si tratta di persone anziane con problemi di salute”.