“Ho coordinato i soccorsi come succede spesso quando devi dare direttive per salvare chi in momenti drammatici ha bisogno di aiuto. Quello che non ti immagini e che durante le operazioni scopri che tra le persone coinvolte ci sono tuoi parenti, persone con cui hai vissuto anni e momenti bellissimi”.
Uno dei soccorritori della strage di Casteldaccia ha scoperto durante il suo lungo turno di lavoro che in quella vasca c’erano due cugini. Uno che l’ha scampata per pochissimo e un secondo che invece è morto.
Lo choc alla scoperta
“E’ stato uno choc davvero difficile da superare. Devi cercare di restare lucido e pensare che stai salvando persone che hanno bisogno del tuo aiuto e nello stesso momento hai un nodo in gola che non ti lascia più – aggiunge – l’adrenalina delle lunghe ore passate a cercare di dare il massimo in questi momenti mi hanno tenuto in piedi e vigile. Ma a mano a mano che arrivavano notizie da Casteldaccia il mio cuore era pieno di dolore. Purtroppo una delle vittime era mio cugino. Un uomo d’oro un gran lavoratore, una persona speciale che amava la moglie e i suoi figli. Un operaio specializzato che ha vissuto sempre del suo lavoro. Dopo che è terminato l’intervento, dopo le prime quattro ore i responsabili mi hanno concesso una pausa. Lì sono crollato nel pianto. E’ stato davvero difficile. Oggi sono andato a trovare mio cugino quello scampato per pochissimo che ha avuto bisogno dell’ossigeno sia a Casteldaccia che anche al pronto soccorso e poi la famiglia di mio cugino vittima di questa ennesima, terribile strage. Sono andato ad abbracciare la sua famiglia sapendo che per loro sarà durissima. L’unico sostegno economico era mio cugino che usciva tutte le mattine per portare un pezzo di pane a casa. Davvero non è tollerabile che accadano queste cose”.
Una situazione difficile
Ha gli occhi lucidi mentre racconta il suo dolore composto. “Mi sono trovato in una situazione difficile – aggiunge – da un lato il mio senso di dovere, dall’altra tanta rabbia per quanto è successo. Quando si verificano queste situazioni in tutti quelli che partecipano direttamente al salvataggio c’è tantissima tensione. Si cerca di salvare vite umane e ogni minuto è prezioso – aggiunge il soccorritore – Inspiegabile e difficile da dire le emozioni e il dolore che ho provato in quei momenti. Ogni volta che succedono queste cose sento dire che deve essere ultima. Purtroppo non so se sarà così. Una cosa mi sento di dire non dimenticate chi resta. Per molte famiglie le vittime sono degli eroi che rappresentavano tutto per mogli, figli, parenti e amici. Non dimenticateli”.
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