Furono 12 gli arresti nel 2016

Stangata alla mafia del Corleonese, ribaltate in Appello per tre presunti boss

La terza sezione della Corte di Appello di Palermo ha condannato a 12 anni Francesco Paolo Scianni ribaltando la sentenza di primo grado che lo aveva visto assolto. In seguito al ricorso della Dda, i Pm avevano chiesto 16 anni.
Condanne anche per Pietro Vaccaro che aveva avuto 6 anni e 8 mesi in primo grado, davanti al tribunale di Termini Imerese, e ieri ne ha avuti sette e sei mesi. Vincenzo Coscino partiva da 4 anni, 5 mesi e 10 giorni ed è stato condannato a 5 anni

Si tratta di tre imputati del processo Grande Passo IV contro la mafia del Corleonese,  uno stralcio dell’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo e della Compagnia di Corleone, sotto il coordinamento della Dda nel settembre 2016. Tra i coinvolti Carmelo Gariffo, nipote di Bernardo Provenzano. Il blitz fu eseguito il 27 settembre 2016. Fu anche la premessa del successivo accesso ispettivo al Comune di Corleone e per lo scioglimento a causa di infiltrazioni mafiose. Tra le 12 persone arrestate c’erano anche Scianni, che è originario proprio di Corleone, Vaccaro e Coscino, che sono di Chiusa Sclafani. Tutti gli altri imputati scelsero il rito abbreviato e vennero condannati nelle tranche celebrate dai Gup e poi in appello. I tre invece optarono per l’ordinario, venendo giudicati in primo grado a Termini.

Nel processo si sono costituiti parte civile i Comuni di Corleone, Chiusa Sclafani e Palazzo Adriano, oltre alle associazioni Addiopizzo, il centro studi Pio La Torre. I giudici hanno disposto risarcimenti da 2000 euro per le amministrazioni pubbliche e da 1500 per le associazioni e gli enti.

Leggi anche

Mafia operazione “Grande Passo”, condannate le nuove leve del mandamento di Corleone

Uno dei fatti principali riguarda una presunta estorsione ai danni di quattro operai forestali stagionali del distretto che ricade nel territorio di Chiusa Sclafani. l 14 luglio 2014 i carabinieri intercettarono una conversazione in cui Vincenzo Coscino, parlando con un presunto esponente della cosca corleonese, disse una frase riferita a uno dei forestali: “Si è cagato addosso”.

Leggi l'articolo completo