Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha riunito la conferenza dei capigruppo in Sala lettura a Palazzo dei Normanni non per organizzare i lavori parlamentari ma per discutere dell’incresciosa situazione che si è creata per le “assunzioni” di collaboratori esterni effettuate dai gruppi parlamentari all’Assemblea regionale siciliana.

Una riunione durata quasi btre ore convocata all’indomani dell’udienza pubblica della Corte dei Conti che ha ascoltato tutti i capigruppo e notificato alcuni rilievi.

“La Presidenza dell’Ars – ha detto Gianfranco Miccichè a conclusione della riunione – dopo avere ascoltato le indicazioni e i suggerimenti dei capigruppo, si è impegnata a fare, entro una settimana, una proposta per contenere la spesa e il numero dei collaboratori esterni dei gruppi parlamentari, al fine di ridurre lo spreco di risorse pubbliche”.

I nuovi collaboratori esterni dei gruppi sono centoundici. Se a questi si aggiungono i dipendenti diretti dei gruppi, gli uomini di staff e i consulenti la cifra sale a 226: 162 sono inquadrati dai gruppi parlamentari (88 portaborse e 74 stabilizzati) e 64 sono stati arruolati nei propri staff dai nove componenti del Consiglio di presidenza dell’Ars. Venti sono i collaboratori che fanno parte dello staff del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. Gli esterni sono, dunque, di più degli interni visto che i dipendenti dell’amministrazione sono 177.

L’ipotesi più accreditata è quella di un emendamento alla legge di stabilità, che deve essere approvata entro il 30 aprile, per intervenire sui criteri di assunzione di portaborse e collaboratori nei gruppi parlamentari, rispetto alle modalità con cui questo personale è stato contrattualizzato all’inizio della legislatura.

I capigruppo hanno ragionato sulle ipotesi di modifica della norma che al momento assegna a ciascun deputato 58.800 euro all’anno per l’assunzione di portaborse (cosiddetti D6) e che ha prodotto la contrattualizzazione di 88 persone nei gruppi parlamentari. Altro “nodo” riguarda il bacino degli ‘stabilizzati’ (una ottantina), 74 quelli assunti finora e chi non ha trovato collocazione ha presentato una diffida ai capigruppo. Tra le proposte al vaglio quella del M5s, che ha suggerito di dare ai gruppi la libera facoltà di scelta dei propri collaboratori e di parametrare il numero di portaborse a quello dei deputati componenti del gruppo, fissando la quota al 30%. “In questo modo l’Ars risparmierebbe 3 milioni di euro”, spiega la capogruppo del M5s all’Ars, Valentina Zafarana.

Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd, ha proposto di stabilire una quota di portaborse (D6) da potere assumere: un full-time o due part-time per ogni deputato; mentre per gli ‘stabilizzati’ l’idea è di fissare a due il numero per ogni gruppo parlamentare, più 1,5 per ogni deputato componente del gruppo. Il presidente Miccichè ha ascoltato tutte le proposte. Ai capigruppo ha detto che preparerà una proposta in raccordo con la segreteria generale e con la ragioneria di Palazzo dei Normanni.