Ospite della 49esima puntata di Casa Minutella è stato l’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano.

Turano, rispondendo a Gianluca Manenti, presidente di Confcommercio Sicilia, che ha ricordato che «siamo in una situazione di collasso» e che «vogliamo ripartire per creare nuovamente la ricchezza del Paese», ha detto: «Il problema è sempre lo stesso: pochi soldi, tante imprese che vogliono essere ristorate. Se l’anno scorso sapevamo dell’esistenza del danno per le imprese costrette a chiudere ma non sapevamo quantificarlo con l’auspicio che l’emergenza in estate sarebbe rientrata, oggi sappiamo che la pandemia durerà ancora, per cui sono convinto che non serva più un contributo a fondo perduto ma un prestito agevolato dove la Regione s’accolla tutti gli interessi».

Turano, poi, rispondendo a Roberto Zarriello, direttore di Resto al Sud, sugli interventi necessari per fare ripartire il Mezzogiorno d’Italia, ha ricordato: «A causa della pandemia, l’Unione Europea ha dato i soldi ai governi per il piano della ripartenza. Vi ricordo che sono stati assegnati all’Italia 209 miliardi di euro sulla base di tre parametri: disoccupazione, PIL e popolazione. Ebbene, stando a questi, quanti soldi dovrebbero andare al Sud? Solo 78 miliardi al Nord, il resto nel Mezzogiorno. Non ci sono, però, piani per la ripartenza. Ad esempio su quali infrastrutture strategiche bisognerà investire? Ciò che dobbiamo fare è inventare un meccanismo affinché le imprese non falliscano. E dobbiamo superare il problema della bancabilità».

Turano ha anche ricordato che il suo assessorato ha speso «più di 300 milioni di euro e nessuno mi può contestare di avere perso tempo sul bonus Sicilia. Noi, in 4 mesi, abbiamo speso tutto quello che ci è stato datto. Ogni giorno, però, ci sono problemi nuovi e sempre più complessi».

Zarriello, dal canto suo, ha parlato della necesità di due tipi di interventi: «1) intervento sul breve periodo, che deve essere immediato; 2) intervento sulle aziende che vogliono ripartire investendo perché, se non investi, non c’è processo economico. Ci vuole la benzina, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Ecco perché bisogna ipotizzare i piani della ripartenza per imprenditori, commercianti, ristoratori, ecc. Ma ci sono aziende che, putroppo, non hanno una grossa capacità economico – finanziaria per andare in banca per chiedere un mutuo o un prestico e ci vogliono agevolazioni in tal senso». Zarriello ha anche ricordato che questo non è più il tempo delle proposte ma delle risposte.