E’ iniziato questa mattina davanti al Tribunale di Termini Imerese il processo per la strage di Altavilla costata la vita ad Antonella Salamone e a due dei sui figli, Kevin e Emanuel, tutti assassinati durante un drammatico rito per scacciare il demonio tra l’8 e il 10 febbraio del 2024 nella villetta degli orrori in provincia di Palermo.
Una sequenza di istanze ha dato il via al procedimento. In prima analisi l’avvocato Franco Critelli ha chiesto e ottenuto dalla corte che una dei suoi assistititi, Sabrina Fina, potesse lasciare le gabbie e sedere accanto a lui al banco degli imputati.
Tuta nera, Sabrina Fina adesso siede accanto al suo avvocato. E’ stata la prima ad arrivare all’aula bunker del carcere Pagliarelli dove tiene udienza la corte d’assise.
Dietro di lei, ma in una cella, c’è Giovanni Barreca, accusato di aver partecipato all’uccisione della moglie Antonella Salamone e dei figli Kevin ed Emmanuel, 16 e 5 anni. La strage sarebbe stata ispirata da Fina e dall’allora compagno Massimo Carandente, oggi assente in aula.
Critelli difende anche l’ex compagno della Fina, Massimo Carandente. I due sono indicati come la coppia diabolica di predicatori che avrebbe seguito l’intero esorcismo, accuse sempre respinte da entrambi.
Una seconda istanza, che ha colto di sorpresa l’accusa, riguarda propri Carandente che chiede di essere giudicato a parte con il rito abbreviato.
Barreca punta all’infermità
Chiede invece che venga stralciata la posizione del suo assistito l’avvocato Barracato che difende il principale imputato, Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime. “C’è una perizia che lo dichiara incapace di intendere e volere” ricorda.
La parte civile
In aula si è costituita parte civile anche Rosalia Salamone, la mamma di Antonella, la prima vittima di quella strage, che chiede giustizia con un filo di voce ad ogni occasione in cui le viene rivolta una domanda.
In un altro processo già in corso davanti al tribunale dei minori viene giudicata la figlia maggiore di Barreca, unica superstite e complice delle sevizie come lei stessa ha ammesso.
La ricostruzione della pubblica accusa
La ricostruzione della Pubblica accusa in base alla quale è stato chiesto il rinvio a giudizio descrive un quadro di orrori senza fine. La prima a morire fu la madre. Venne uccisa e il suo corpo bruciato e seppellito in giardino. Il figlio più grande fu stato seviziato e morì per asfissia da incaprettamento mentre a uccidere il più piccolo sarebbe stata l’aria bollente di un phon premuto in gola che gli avrebbe ha bruciato i polmoni.
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