A distanza di 22 anni la Sicilia ricorda con profonda commozione l’anniversario della strage di Nassiriya. Nella “Giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”, il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, si fa interprete del dolore dell’orgoglio di un popolo. Le sue parole risuonano come un dovere morale e ci tiene a tenere viva e onorare la memoria dei cittadini strappati all’affetto dei loro cari in Iraq.
Il 12 Novembre 2003, una data che rimane incisa nell’anima della Nazione, alle ore 10:45, quattro kamikaze a bordo di due veicoli imbottiti con un carico fra 150 e 300 chili di esplosivo si lanciarono contro la base Maestrale di Nassiriya. Fu un attacco spietato che causò la morte di circa 50 persone, tra cui valorosi servitori dello Stato Italiano, ed è profondo l’impegno dello Stato nel riconoscere la dignità del sacrificio di questi eroi.
Viene rivolto un pensiero speciale e commosso ai sette cittadini siciliani che diedero la loro vita per un’ideale più grande, per una missione che doveva essere di pace, un esercizio di coraggio e umanità, ma che diventò un evento doloroso: Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Emanuele Ferraro, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horacio Majorana e Alfio Ragazzi.
“I loro nomi – ha sottolineato Schifani – rimarranno per sempre nel cuore di tutti noi per la dedizione e il senso del dovere profuso in una missione che li ha strappati alla vita e all’affetto dei loro cari”
L’omaggio del Presidente Schifani ricorda un gesto simbolico e significativo compiuto anni fa: “Come ogni anno ricordo con commozione quando, nel 2008, il Senato, di cui ero Presidente, ha intitolato la Sala delle conferenze stampa di Palazzo Madama ai caduti di Nassiriya”.
Questa intitolazione, questo segno pulsante nel cuore della Nazione, è molto più di una commemorazione. E’ un monito perenne, soprattutto in questo particolare momento storico sul piano internazionale, afferma con forza che il sacrificio di questi uomini e donne non deve restare un fatto isolato. Al contrario, deve trasformarsi in una prospettiva nuova, un vero e proprio principio morale e politico che deve orientare l’intera nazione del Paese.
I caduti di Nassiriya non sono morti invano: la loro memoria ci ricorda la responsabilità, la dedizione alla patria e l’impegno solido per un mondo di pace.






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