Lei voleva un figlio, lui non più avendone già due, uno con la prima moglie ed un secondo nato da una relazione successiva. Era questo il principale motivo di scontro fra due coniugi. Al culmine dell’ennesima lite sarebbe esplosa la tragedia.
La donna sarebbe stata strangolata dal marito al culmine di una discussione nella loro casa di Spoleto. La vittima è la palermitana Laura Papadia, 37 anni, uccisa dal marito reo confesso, Gianluca Romita, milanese di 44 anni.
La tragedia nella giornata di ieri
La tragedia è avvenuta nella giornata di ieri, mercoledì 26 marzo, in Umbria ma è stata scoperta solo in seguito. Le forze dell’ordine hanno trovato il corpo della donna riverso sul letto in un appartamento al quarto piano della Rocca dei Perugini, un palazzo storico di via Porta Fuga a Spoleto in provincia di Perugia. A dare indicazioni per trovarla è stato proprio il marito reo confesso.
Il primo allarme lanciato dalla ex moglie
Il primo allarme che faceva presagire la tragedia era scattato al 112 in seguito ad una chiamata proveniente da Orestano in Sardegna. Era la ex moglie di Romita che raccontava di aver ricevuto una telefonata dall’ex marito sconvolto che le annunciava di aver ucciso la nuova moglie. Gli inquirenti facevano irruzione nella casa della coppia a Marzocca di Senigallia in provincia di Ancora ma senza trovare nulla. I due, infatti, si erano trasferiti ma non era stato ancora registrato il cambio di residenza.
Il tentativo di suicidio
Più tardi la polizia veniva allertata per un uomo che minacciava il suicidio dal ponte delle Torri di Spoleto. All’arrivo degli agenti Gianluca Romita si trovava in bilico ad 80 metri di altezza. Dopo averlo convinto a scendere gli investigatori hanno ascoltato la sua confessione e trovato il corpo della donna nell’appartamento indicato da Romita.
I motivi del femminicidio
Anche se gli inquirenti sono risaliti alle cause delle liti, gli scontri sembrano insufficienti a spiegare il femminicidio. La coppia si era trasferita nella casa della tragedia da poco. Da quando la donna aveva iniziato a lavorare in un supermercato di Spoleto. Sul suo telefono gli investigatori hanno trovato numerose chiamate dei colleghi che la cercavano perché non si era presentata a prendere servizio per il turno di mattina.
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