Svolta nelle indagini sui due scomparsi a Caccamo. I carabinieri hanno trovato e arrestato nelle campagne di Termini Imerese Giovanni Guzzardo.
E’ accusato dell’omicidio di Santo Alario. Dopo tre mesi esatti è arrivata la svolta nella scomparsa dei due uomini scomparsi lo scorso 7 febbraio nel palermitano. I due sono partiti da Capaci davanti al bar Avana di Guzzardo e sono spariti nel nulla.
Del loro appuntamento nella zona tra Ventimiglia di Sicilia, Ciminna e Caccamo erano rimasti dei video mandati da Alario alla compagna Rosalia Sparacio.
Nelle immagini si vedono i due a bordo di una Panda che girano per le campagne e le strade attorno a Ventimiglia di Sicilia.
“Sto andando a sbrigare una cosa e poi ti dico”, ha scritto Alario alla sua compagna quando ha inviato questa foto a Rosalia Sparacio e poi è sparito nel nulla insieme a Guzzardo. Poi dalle 15.51 il collegamento Whatsapp si interrompe.
Da allora i cellulari di Alario e Guzzardo sono muti. Sin dalle prime ore della sparizioni sono scattate le ricerche anche con i cani molecolari nella zona di Caccamo e della Diga Rosamarina dove è stata trovata l’auto. Qui sono state analizzate tutte le impronte lasciare attorno all’auto anche per cercare possibili tracce di altre vetture.
Ma dei due erano spariti come inghiottiti nel nulla. Guzzardo commerciante che gestiva un bar a Capaci ma era originario di Caccamo. Santo Alario, originario di Villabate, ma residente a Carini. Per i carabinieri del comando provinciale è stato un vero rompicapo. La famiglia di Alario ha sempre chiesto aiuto e lanciato appelli.
“Sto impazzendo – ha continuato a dire per mesi Anna Maria Musso, mamma di Santo Alario – Io non capisco cosa doveva andare a fare mio figlio in quei posti sperduti. Non riesco a dormire da giorni. Sono una donna distrutta.
Ho visto quei video e non capisco che c’entra mio figlio in quei posti. Chiedo e imploro di sapere cosa sia successo a mio figlio. Qualcuno ha visto quella Panda passare dal centro di Ventimiglia.
Silenzio invece da quella di Guzzardo che si sono chiusi in un silenzio che dura ormai da quasi dieci giorni.
Solo la nipote su Facebook ha lanciato l’appello e ha chiesto allo zio di tornare e farsi vivo. Abbiamo cercato di parlare anche con la famiglia di Guzzardo. Niente. Non siamo riusciti a parlare e chiedere loro se sapessero qualcosa. Ci hanno chiuso il telefono in faccia.
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