L’Antiquarium Case d’Alia nell’area archeologica di Monte Iato, ritorna teatro, per il secondo anno di spettacoli raccolti sotto il titolo “Monte Jato – Teatro di satiri e menadi” rassegna nata da un’idea di Anna Maria Balistreri per l’associazione “Teatri storici di Sicilia”, sviluppata in collaborazione con il Polo Regionale di Palermo per i Parchi e i Musei Archeologici e Coopculture che cura i servizi accessori dell’area archeologica.
Non soltanto visite guidate ai reperti dell’antica Jetas o al museo gioiello dell’Aticquarium, che domina la valle antica, quindi, ma anche palcoscenico d’autore pronto ad ospitare quattro spettacoli in due weekend. Anticipata venerdì (21 settembre) alle 10,30 da una recita per le scuole, allo Iato arriva sabato alle 18, “Addabbanna”, regia e coreografia di Patrizia Veneziano con Domenico Bravo e Viviana Lombardo, in collaborazione con Studio Danza Due. Lo spettacolo parla di un viaggio al di là del mare, una storia che prende spunto dalla vita della danzatrice, che ha studiato e vissuto in Germania, prima di tornare in Sicilia. “Addabbanna” racconta la storia di Nina, Stella, Rosa e Ugo, che inseguono i loro sogni imbarcandosi in una traversata che promette un futuro diverso, più bello. Nina vuole diventare ricca, Stella ha manie di grandezza, Rosa è l’unica che resterebbe a casa, ma è costretta a seguire il padre. Ugo, invece, resta un personaggio indefinito: il viaggio diventa loro metafora di trasformazione.
Domenica, sempre alle 18, “Evoè per Dioniso”, rito dionisiaco fra ricerca e spettacolo a cura di Filippo Amoroso che firma anche la traduzione, nato da un’idea di Aurora Miriam Scala con la regia di Cinzia Maccagnano. Con Edoardo Siravo e Rocco Mortelliti. Presentazione di una riproduzione moderna della maschera di Dioniso, conservata al museo Bernabò Brea a Lipari, nei cui lineamenti è stato rintracciato il dio Dioniso: “E’ un momento importante che parla alla Storia – spiega Filippo Amoroso – La riproduzione della maschera, per la quale abbiamo utilizzato gli stessi materiali usati dagli antichi, ci permette di ipotizzare le loro tecniche di spettacolo”.
Si riprende poi il prossimo weekend: sabato (29 settembre) alle 18 concerto del quartetto di Sergio Munafò a cui si aggiunge Pamela Barone con “Amarsi un pò”. Dalle celebri song americane alla bossanova arrivando alla sempreverde melodia italiana d’autore. Gli arrangiamento sono curati dallo stesso Munafò.
La rassegna chiude il 30 settembre (alle 18) con “Pomice di fuoco”, regia di Vincenzo Pirrotta che ha voluto con lui in palcoscenico Filippo Luna ed Alessio Bondì per le musiche. Uno spettacolo difficile, ma interessante, che si gioca sul suo sottotitolo, “confessioni postume di Ignazio Buttitta”. “Temi come la povertà, la guerra, la politica, la rivoluzione, la natura, l’amore declinati dalla feroce dolcezza di Ignazio Buttitta, ci riporteranno in un mondo che forse è scomparso e non ritornerà più”, spiega Pirrotta.
Il progetto è direttamente promosso dall’Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e da Taormina Arte, realizzato grazie a Cooopculture, e punta a realizzare un “Teatro al Museo ed il Museo diventa Teatro”: non solo visite guidate ai reperti dell’antica Jetas, ma anche un palcoscenico d’autore che darà al parco, visibilità, incremento turistico e affluenza di visitatori. Il progetto si avvale anche della collaborazione di Taormina Arte. “L’iniziativa si inquadra in un più ampio progetto di valorizzazione e promozione culturale che il Polo per i Parchi e i Musei porta avanti in tutti gli istituti scolastici – dice Francesca Spatafora, archeologa e direttrice del Polo – nella convinzione che i luoghi della cultura debbano oggi attrezzarsi come agenzie di promozione culturale, favorendo quanto più possibile, la trasmissione di conoscenze ed esperienze”.
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