La storia dei giornalisti uccisi dalla mafia arriva al parlamento europeo. Inaugurata, infatti, la mostra intitolata Testimoni di verità, curata dal giornalista e consigliere dell’Odg Sicilia Franco Nicastro, presente a Strasburgo insieme al presidente Roberto Gueli e al vicepresidente Salvatore Li Castri.

La mostra – che ricorda anche Maria Grazia Cutuli, “uccisa perché cercava la verità” – è stata organizzata dall’ordine dei giornalisti Sicilia insieme all’ufficio del parlamento europeo in Italia, con la collaborazione dell’europarlamentare Dino Giarrusso.

I giornalisti siciliani uccisi nella ricerca della verità

 

L’esposizione onora e ricordare i professionisti dell’informazione siciliana tra cui Fava, Impastato, Cutuli, Francese, Alfano, De Mauro, Spampinato, Rostagno, Cristina “e il prezzo che hanno pagato per raccontare la verità”.

Il progetto, come ha raccontato Gueli, sarà poi portato anche nelle scuole italiane ed europee per “fare memoria”. L’inaugurazione di “Testimoni di verità” giunge a margine di una giornata in cui, al parlamento europeo, si è dibattuto in merito alla legge sulla libertà di stampa.

Il saluto di Roberta Metsola

All’inaugurazione della mostra è giunto il saluto da parte di Roberta Metsola, presidente del parlamento europeo, che ha ringraziato l’ordine per l’evento “che onora la memoria e il sacrificio di tutti i giornalisti siciliani uccisi dalla mafia”. Durante il suo intervento, Metsola ha ricordato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Hanno fatto tremare i corrotti, i disonesti, i mediocri – ha detto – e lo fanno ancora. Perché la loro eredità è il ricordo di chi non si piega, di chi con umiltà porta avanti le proprie battaglie e di chi inequivocabilmente rifiuta la mafia e continua a vivere”.

Gueli, “Portiamo le ferite ma soprattutto la memoria”

Roberto Gueli, presidente dell’ordine giornalisti Sicilia racconta “Portiamo le ferite, soprattutto la memoria. Raccontiamo chi ha perso la vita: 8 colleghi siciliani uccisi dalla mafia, una (Cutuli) uccisa inviata di guerra in Afganistan. Portiamo sì le ferite ma anche la storia di questi colleghi che dimostrano come fare semplicemente il giornalista si può morire perché spesso si è soli. Si portano avanti delle idee e si portano avanti le notizie, che dobbiamo dare magari facendo una doppia conferma, cercando di trovare le fonti e cercando di fare un giornalismo con la schiena dritta. Questo vuole fare l’ordine dei giornalisti che è onorato di essere all’interno del palazzo europeo per raccontare cosa è il giornalismo siciliano di inchiesta e che prezzo ha pagato. Siamo contenti, lo porteremo anche in giro per le scuole in Italia ed in Europa perché la memoria va alimentata”.

Giarrusso, “Importante portare qui il ricordo dei giornalisti siciliani”

Dino Giarrusso, europarlamentare, che ha presentato e inaugurato la parlamento europeo l’evento Giornalisti uccisi dalla mafia ha sottolineato: “Fondamentale fare memoria ed era importante portare qui a Strasburgo nel cuore delle istituzioni europee il ricordo di giornalisti – prima ancora cittadini – siciliani che hanno perso la vita, hanno dato la vita per aver raccontato la verità. Un Paese senza memoria è un Paese che non ha futuro, ma un Paese senza stampa libera vive sotto una campana di vetro. Loro erano coraggiosi, Impastato e Fava, addirittura sono stati accusati anche dopo la morte. Ci sono voluti anni per far riconoscere universalmente che fossero vittime di mafia. Bisogna evitare che accada nuovamente questo. Facciamo memoria del passato ma soprattutto il futuro possano essere più felici e possano avere un giornalismo più libero”.