I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo hanno arrestato Giulio Caporrimo. L’uomo deve scontare 4 anni e 7 mesi per reati di mafia ed estorsione.

Indicato dall’accusa come il boss di Tommaso Natale, Caporrimo, 47 anni, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione Apocalisse. Il relativo processo di concluse con 62 condanne e 35 assoluzioni fra cui anche quella di Caporrimo

L’uomo ha, però, altre pendenze e deve contare poco meno di 5 anni. Lo scorso anno i carabinieri gli avevano sequestro i beni .

Giulio Caporrimo, capomafia del quartiere Resuttana, è uno dei sessanta scarcerati degli ultimi due anni.

Il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, ha riesaminato il fascicolo di Caporrimo, applicando in modo restrittivo una norma che l’anno scorso aveva portato a uno sconto di pena per il boss.

Il nuovo provvedimento di carcerazione è stato eseguito dai carabinieri del reparto operativo. Caporrimo aveva lasciato la cella del carcere di Parma dove era rinchiuso dal novembre 2011. Nonostante fosse stato condannato, i suoi legali negli scorsi mesi erano riusciti a far calcolare il “cumulo” fra più pene, ottenendo il ritorno in libertà del capomafia.

Il mafioso, 48 anni, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione Hydra, che portò allo smantellamento delle cosche di San Lorenzo, Boccadifalco-Passo di Rigano e Brancaccio. Proprio a lui era stata inflitta la pena più alta, 10 anni. Caporrimo, fedelissimo dei padrini palermitani, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, era già uscito dal carcere nell’aprile del 2010, dove aveva scontato una lunga condanna per mafia. I carabinieri non lo hanno mai perso di vista.

Caporrimo aveva organizzato nel febbraio 2011 il grande vertice a Villa Pensabene, ristorante-maneggio allo Zen. Poco dopo sarebbero scattate le manette per trentasei persone al vertice dei mandamenti di Tommaso Natale-Resuttana, Brancaccio e Boccadifalco Passo di Rigano.

A Villa Pensabene il 7 febbraio 2011 c’erano, tra gli altri, oltre a Caporrimo, Giovanni Bosco, Giuseppe Calascibetta (ucciso il 19 settembre del 1011 in via Belmonte Chiavelli), Salvatore Seidita, Alfonso Gambino, Gaetano Maranzano, Amedeo Romeo, Stefano Scalici, Cesare Lupo, Nino Sacco e Giuseppe Arduino. Le telecamere dei carabinieri ripresero quel summit che incoronò Caporrimo ai vertici di Cosa Nostra.

 

 

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