Cinque chilometri di reti sono state sequestrate in diverse imbarcazioni nel porticciolo turistico di San Nicola l’Arena a Trabia, nel palermitano, dalla guardia costiera di Porticello. I controlli sono scattati su una decina di imbarcazioni da diporto dove sono stati trovati “attrezzi o strumenti da pesca non consentiti – spiegano i militari – non autorizzati o non conformi alla normativa vigente, per l’esercizio della pesca sportiva”.

Ulteriori indagini

Sono in corso le indagini per risalire all’identità dei proprietari dei natanti. Una volta individuati scatteranno sanzioni per 3 mila ciascuno e la confisca degli attrezzi da pesca detenuti in modo illegale.

Controlli anche nella zona del termitano

Altri controlli sempre nell’ambito del settore ittico ci sono stati in queste ore ed hanno riguardato la zona del termitano, sempre in provincia di Palermo. Un uomo è stato bloccato dagli uomini della capitaneria di Porto di Palermo con 100 chili di novellame nel territorio di Termini Imerese. I militari della guardia costiera lo hanno sorpreso mentre stava caricando diversi secchi pieni di “neonata” in auto. I controlli erano scattati tra Campofelice di Roccella e Termini, comuni dove spesso avvengono sbarchi di pesce pescato illegalmente. E in effetti le verifiche hanno portato al sequestro di sei secchi con dentro il novellame di sarda. “Questa pesca è tra le più pericolose e va contrastata in ogni modo – dicono i militari – perché mette a rischio la catena ittica e la sostenibilità ambientale”. All’uomo è stata elevata una sanzione amministrativa di 4.000 euro con conseguente sequestro del prodotto ittico. Il pesce sequestrato, dopo il controllo dei veterinari dell’Asp di Termini Imerese è stato giudicato idoneo al consumo alimentare umano, è stato devoluto in beneficenza ad un locale istituto caritatevole.

Cosa si rischia

“Per la pesca di esemplari sottomisura – aggiungono i militari – in proporzione al quantitativo illecitamente pescato/trasportato, la pertinente sanzione amministrativa può arrivare fino ad un massimo di 75.000 euro oltre che alla confisca degli attrezzi utilizzati”.

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