Il drammatico crollo di un ballatoio nel quartiere Scampia a Napoli, che ha provocato due morti e diversi feriti tra cui molti bambini, ha riacceso i riflettori sullo stato fatiscente dell’edilizia popolare in Italia. Anche in Sicilia, dove gli alloggi popolari versano in condizioni precarie, si torna a parlare con urgenza della necessità di interventi strutturali.
Ripensare le politiche abitative: una visione a lungo termine
“Bisogna entrare nel merito delle politiche abitative che non sono soltanto costruiremo case popolari – afferma Mimma Calabrò, segretaria generale del Sicet Cisl Sicilia – Ma va fatto un ragionamento più complessivo del fenomeno per capirne ed eventualmente interpretarne le cause al fine di trovare le soluzioni migliori”. Calabrò sottolinea come sia necessaria una programmazione a lungo termine e non più interventi tampone: “Si parla di innovazione perché tutto necessita innovazione, ma perché parlare in questo campo in un’ottica di lungo periodo, basta interventi tampone, serve programmazione e inserire in un contesto più ampio il tema della casa per le nuove generazioni e per le realtà di una società che cambia come le persone single, separate e i giovani che studiano fuori sede”.
Utilizzo efficiente dei fondi e strategie condivise
Fondamentale, secondo la sindacalista, un utilizzo migliore dei fondi disponibili, tra cui quelli del PNRR e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. “Abitare è un diritto fondamentale della persona – ribadisce la Calabrò – A fronte di molte case vuote ci sono tante persone senza casa. Un paradosso. Necessitano strategie condivise, c’è tanto patrimonio disponibile con impatto suolo zero. Non serve costruire nuove case, ma si possono anche ristrutturare immobili già esistenti ma in abbandono”. “La Sicilia è tra le ultime regioni italiane che fa investimenti sulle politiche abitative. Abbiamo fatto richiesta al presidente della regione, che il tema delle politiche abitative non sia emergenza ma strategia politica” conclude la segretaria generale del Sicet Cisl Sicilia, chiedendo un cambio di rotta e maggiori investimenti per garantire il diritto all’abitare.
L’allarme del Sicet Cisl: necessità di una riflessione profonda
Il crollo della Vela Celeste a Scampia ha dunque scosso l’opinione pubblica, evidenziando in modo drammatico la scarsa attenzione dedicata negli anni alla riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio abitativo pubblico. A lanciare l’allarme è stato anche Fabrizio Esposito, segretario generale del Sicet Cisl, che esprime profondo dolore per le vittime della tragedia. Esposito sottolinea la necessità di una profonda riflessione sulle politiche abitative in Italia, con particolare attenzione all’aumento dell’offerta di alloggi a canone sociale, vista l’impennata dei costi nel mercato privato, soprattutto nelle aree densamente popolate. “Siamo tremendamente indietro rispetto ai nostri partner europei”, denuncia Esposito. “In Germania, lo scorso anno sono stati realizzati 270.000 nuovi alloggi popolari, mentre in Italia non è stato varato alcun piano di politica abitativa. Inoltre, restano inutilizzati circa 100.000 alloggi popolari, pari all’11% del patrimonio totale, che aspettano di essere ripristinati e riassegnati”.
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