36simo anniversario dell’omicidio del maresciallo dei carabinieri Vito Ievolella. Alle 10 in Piazza Principe di Camporeale è stata deposta una corona d’alloro sulla lapide dedicata allla vittima caduto e alle 10.30 è stata celebrata la messa nella chiesa di Santa Maria Maddalena nella xaserma “Carlo Alberto Dalla Chiesa”, sede del comando legione carabinieri Sicilia.
Il 10 settembre 1981 alle 20,30 circa, Ievolella era in compagnia della moglie Iolanda a bordo della Fiat 128 in via Serradifalco a Palermo e aspettavano che la figlia 20 enne Lucia Assunta uscisse dalla scuola guida dove frequentava un corso per il conseguimento della patente. All’agguato, parteciparono quattro killer armati di pistole calibro 7,65 e fucili caricati a pallettoni che, giunti a bordo di una Fiat Ritmo rubata scesero dall’autovettura e fecero fuoco in direzione del maresciallo.
La moglie riportò una leggera ferita alla regione sopraccigliare destra. La causa dell’omicidio – dicono i carabinieri – va ricercata in un’indagine, svolta nel 1980 e finita con un rapporto “esplosivo” dal titolo “Savoca più quarantaquattro”, all’interno del quale erano individuate le gravi responsabilità e i loschi affari di personaggi di spicco della mafia dell’epoca, tra cui la famiglia Spataro. Ievolella era molto noto negli ambienti investigativi dell’Arma e tra i Magistrati per le sue capacità professionali, per l’impegno investigativo e per la determinazione nel fare luce tanto sul delitto comune quanto su quello mafioso. Al maresciallo il capo dello Stato ha concesso la medaglia d’oro al valore civile.
Alla cerimonia, erano presenti i familiari del maresciallo, il generale di Brigata Riccardo Galletta, il Col. Marco Guerrini, Giuseppe Lupo, vicepresidente Ars, il prefetto Claudio Sammartino, commissario dello Stato per la Regione Siciliana; Maria Spagna in rappresentanza del Prefetto di Palermo; Gaspare Nicotri in rappresentanza del Sindaco di Palermo; Renato Cortese, questore di Palermo; Messina, Comandante della Polizia Municipale di Palermo.
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