Sono diversi i punti oscuri sulla morte di Simona Cinà avvenuta la notte del 2 agosto durante una festa di laurea a Bagheria. La famiglia si è affidata all’avvocato Antonio Ingroia proprio per cercare di risalire alla verità sulla cause del decesso della giovane pallavolista.
“Nessuno si è accorto di Simona che stava affogando? È impensabile. Questo è il vero grande mistero di una tragedia su cui indagherò con la stessa determinazione di quando ero magistrato”.
Antonio Ingroia, l’ex procuratore aggiunto di Palermo, ora avvocato, ha ricevuto il mandato dalla famiglia di Simona Cinà per aiutarli a ricostruire cosa è avvenuto la notte del 2 agosto nella piscina di una villa a Bagheria durante una festa. La famiglia di Simona chiede verità sulla morte della ragazza. Come l’aiuterà a ottenerla?
“Per prima cosa cercando di evitare ogni vittimizzazione secondaria della ragazza, nessuno deve permettersi di dire: “ha bevuto troppo, quindi se l’è cercata”. Simona era un’atleta professionista, aveva una dieta ferrea, non fumava e non beveva. Caso mai l’aspetto inquietante è proprio questo”. Io mi sto chiedendo perché ha bevuto così tanto, ripeto se è vero che ha bevuto, o peggio se c’è qualcuno che l’ha fatta bere fino a quel punto”.
Lei ha già preannunciato che farà indagini sulla vicenda. Un po’ come quando era un magistrato.
“In questo caso l’uomo perde la toga del magistrato ma non la passione per arrivare alla verità. Tengo però a precisare che saranno indagini alternative a quelle della procura di Termini Imerese. Non sarò in concorrenza con loro. Da parte mia c’è la massima e totale disponibilità a dare una mano agli inquirenti”.
Cosa le hanno chiesto i genitori e i fratelli per prima cosa?
“Si sono appellati al mio vecchio mestiere, chiedendomi di scoprire cosa è accaduto quella notte maledetta. Temono che attorno a quella festa ci sia un ambiente restio a raccontare cosa è realmente avvenuto”. Di sicuro è una tragedia che ha ancora punti da chiarire, non crede?
“C’è qualcosa che non quadra, le versioni, quelle almeno che la famiglia conosce, non sembrano essere verosimili, in molti punti contrastano con quanto è accertato. Qualcuno non dice la verità o non la dice tutta”.
Gli esami tossicologici escludono che la pallavolista abbia assunto droga ma confermano che aveva molto alcol nel sangue. La soluzione del mistero è tutta qui?
“È poco, ma almeno ora sappiamo come è morta. Adesso va capito capire come si è arrivati al decesso. È inverosimile che oltre trenta persone non abbiano visto Simona affogare, va approfondita questa reticenza». La villa della festa non è stata sequestrata, che ne pensa? «Io l’avrei sequestrata immediatamente, se non altro in attesa di chiarire i contorni della vicenda. Ma io non sono più un magistrato”.






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