Matteo Tutino, il primario di Villa Sofia ex medico personale del governatore Rosario Crocetta, indagato a Palermo con l’accusa di truffa, falso, peculato e abuso d’ ufficio, scarcerato di recente, chiede di tornare ad operare a Villa Sofia.

Il legale del medico ha fatto notificare un atto stragiudiziale, ai vertici dell’ azienda ospedaliera “Villa Sofia-Cervello” che punta proprio ad ottenere il reintegro nonostante il procedimento penale a suo carico sia in corso.

Secondo quanto riferisce stamani il giornale La Repubblica Matteo Tutino, usa questo atto per scagliarsi contro i colleghi dell’ ospedale. Nel documento, inviato anche all’ ufficio procedimenti disciplinari, il legale di Tutino, Giuseppe Cannizzo, sottolinea: “C’ è una disparità di trattamento da parte dell’ amministrazione che non ha preso alcun provvedimento nei confronti di altri medici, oltretutto della stessa unità operativa, già rinviati a giudizio per reati gravissimi e per i quali l’ azienda ospedaliera si è costituita parte civile nei processi”.

Insomma l’azienda doveva sospendere tutti a tempo indeterminato oppure nessuno e lui non può essere il capro espiatorio. “Il mio assistito – continua il documento dell’avvocato Cannizzo – non è sottoposto ad indagini per reati attinenti l’ esercizio dell’ attività medica e non ha a suo carico nemmeno processi. Chiediamo, quindi, che venga reintegrato prima possibile nel suo posto di lavoro”.

Con lo stesso documento Tutino chiede l’accesso a tutti gli atti che lo riguardano ma anche a tutti i generici atti analoghi e diffida Villa Sofia-Cervello alla revoca o al ritiro della sospensione dal servizio con la riammissione immediata. L’azienda ha quindici giorni per ottemperare o rispondere all’atto stragiudiziale poi Tutino si rivolgerà alla magistratura e minaccia una azione risarcitoria “a causa dell’ illegittima condotta tenuta dall’azienda”.