L’age du vin, l’arte di fare invecchiare il vino, qualcosa di pregiato. Così si potrebbe definire alla maniera francese il ‘vintage’: variegato repertorio dedicato ad oggetti, abiti e accessori di epoche che furono.

A Palermo la mecca di questo fenomeno culturale (nel campo della moda) si chiama Magazzini Anita, la prestigiosa boutique di Elena Scimonelli nel cuore di via Maqueda in cui è possibile respirare l’originale manifattura di capi e accessori dagli anni ’50 agli ’80.

Elena, ce ne parli?
“Nel vintage non c’è niete di riprodotto, tutto è rigorosamente originale. Oggi c’è molto restyling (rifatto, riprodotto), mentre nel mio campo che coltivo da tantissimi anni no; infatti è possibile riconoscere l’autenticità da due elementi: i tessuti, che devono essere puri e il taglio sartoriale”.
In quegli anni infatti c’era la quasi assenza di produzione industriale e gli abiti venivano cuciti da grandi sarti, la composizione delle stoffe non conteneva acrilico o poliestere e questo lo si può vedere semplicemente dando un’occhiata alle etichette.

“Il vintage – prosegue la Scimonelli – si rivolge ad un pubblico culturalmente elevato e che non accetta l’omologazione, dunque ha il desiderio di volersi distinguere dalla massa, prediligendo capi e accessori con una storia alle spalle. In pratica si tratta di un forte impatto emozionale per chi sceglie di indossare questo genere di abbigliamento”.

Chi si rivolge in questo luogo di nicchia? “Molti turisti, vengono qui francesi e milanesi, ma anche una stretta cerchia di palermitani che non ama di certo il made in China o in Bangladesh”.
Oggi l’equivalente lo fa soltanto l’atissima moda “ma costa troppo, non è alla portata di quasi nessuno, così chi ha compreso questo meccanismo si rivolge a me”.

E così nel cuore del centro storico di Palermo, in questo luogo di culto che Elena gestisce da circa dieci anni, puoi trovare quel piccolo, grande mondo antico e respirare le atmosfere dei film anni Cinquanta, Sessanta, Settanta e Ottanta, dai completi realizzati in stoffe pregiate, alle camice con stampe floreali o new optical, dai cappotti orlati con dettagli in pelliccia alle giacche di fine taglio sartoriale.

“Il pezzo forte – conclude la Scimonelli – sono le scarpe e le borse, tutte originali, che difficilmente sfuggono ad un pubblico attento e selezionato stanco di acquistare nelle solite grandi catene commerciali”.